Non solo vento e sole, l’energia pulita arriva anche dall’idrogeno. E la Puglia ha pronto un vero e proprio piano. Anzi una valle. Il progetto della Hydrogen Valley nella regione prevede la realizzazione di tre impianti di produzione di idrogeno verde (ottenuto mediante elettrolisi dell’acqua con apporto da fonti rinnovabili) a Brindisi (dove da qui a poco si aprirà il cantiere), Taranto e Cerignola per una capacità complessiva di 220 MW, alimentati da una produzione fotovoltaica per una potenza totale di 380 MW. I tre impianti una volta a regime, potranno produrre fino a 300 milioni di metri cubi di idrogeno rinnovabile all’anno che sarà destinato all’utilizzo delle industrie presenti nelle aree.
L’idrogeno prodotto nei tre siti arriverà all’industria anche attraverso l’iniezione – o blending – dell’idrogeno nella rete gas locale di Snam e sarà anche impiegato per la mobilità sostenibile. Il progetto è della Edison e Saipem e ha una peculiare importanza a livello locale: come rivelava infatti lo studio a cura del Politecnico di Milano e dello spinoff del Politecnico di Bari Ingenium, perchè la Puglia assorbe per il suo settore industriale più energia della media (il 25,7% dei consumi finali vs 21%) e si basa ancora su un rilevante ricorso (circa il 25,5% dell’energia consumata dal comparto) a combustibili solidi.
Scelte che pesano in termini di emissioni nel bilancio del settore industriale nazionale sebbene la Puglia rappresenti solo il 5,9% dei consumi energetici nazionali del comparto.
Il caso Brindisi
Al momento però non è ancora attivo nulla, ma solo in costruzione. Brindisi è più avanti. L’investimento sul territorio vede infatti l’occupazione di 100 ettari nei pressi del nastro trasportatore della centrale Enel. La produzione di idrogeno avverrà tramite parchi fotovoltaici e il processo di elettrolisi. L’acqua verrà prelevata da Fiume Grande. L’impianto sorgerà a 2,5 km a sud dell’abitato di Brindisi, le autorizzazioni ci sono tutte ed è prevista anche la produzione di olii vegetali per l’autotrazione. E quell’energia non servirà solo all’industria, ma anche alla città.
Nella provincia di Brindisi infatti, per quanto riguarda gli edifici pubblici, sono stati presi in esame 383 immobili tra ospedali, scuole e tribunali, individuando, nello scenario ottimale – grazie a interventi che vanno dall’efficientamento energetico a pompe di calore e fotovoltaico – un potenziale di riduzione annua dei costi energetici pari a circa sette milioni di euro e delle emissioni di CO2 di circa 16mila tonnellate.
Non solo, per Brindisi e Taranto è previsto anche energia per la mobilità elettrica, che assumendo lo scenario ottimale al 2030 con 22mila veicoli elettrici (tra autovetture e bus) circolanti (oggi sono poco meno di 400) e 210 nuovi punti di ricarica, vedrebbe una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 530mila tonnellate all’anno.
Perchè la Valley?
Ecco a che cosa serve la valley: a costruire attorno a un impianto una comunità che ne usufruisce. I tre progetti pugliesi hanno avuto i finanziamenti Ue, proprio perchè rispettano questa filosofia, come indica la strategia nazionale sull’idrogeno, ovvero di tratta di un’area caratterizzata dalla disponibilità di risorse naturali e in Puglia è previsto quel matching tra domanda dell’industria e offerta dell’operatore, che è alla base appunto delle “hydrogen valleys”, destinate anche a favorire creazione o potenziale di modelli di collaborazione a livello locale.