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Regione, maggioranza a corto di numeri: salta approvazione manovra sul deficit della sanità

La maggioranza a corto di numeri non è in grado di approvare la manovra di assestamento per ripianare il deficit della sanità da 47 milioni di euro. E nemmeno di ratificare un pacchetto di debiti fuori bilancio, ormai scaduti, da svariati milioni di euro che ora potrebbero trasformarsi in decreti ingiuntivi con aggravio di spese…
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La maggioranza a corto di numeri non è in grado di approvare la manovra di assestamento per ripianare il deficit della sanità da 47 milioni di euro. E nemmeno di ratificare un pacchetto di debiti fuori bilancio, ormai scaduti, da svariati milioni di euro che ora potrebbero trasformarsi in decreti ingiuntivi con aggravio di spese e di interessi. È quanto emerso nella riunione del gruppo Pd nel fine settimana che ha in sostanza certificato lo stato di paralisi del consiglio regionale pugliese. E così nella seduta di oggi, otto luglio, salteranno i due punti all’ordine del giorno programmati, non senza conseguenze, considerando che il ripianamento del deficit della sanità rientrava in un accordo preso con il governo centrale.

Il consiglio regionale

La riunione odierna, quindi, sarà dedicata a mozione e interrogazioni mentre la maggioranza si metterà al lavoro per recuperare i 26 voti necessari per la sopravvivenza. Non solo per approvare i provvedimenti finanziari, ma anche per respingere la mozione di sfiducia contro il governatore Michele Emiliano che sembrava al sicuro dopo l’astensione annunciata dal gruppo Cinque Stelle. Un quadro già noto, ma che si è aggravato a seguito delle dimissioni dell’ex assessore allo sviluppo Alessandro Delli Noci a cui subentrato il consigliere Raone, passato nelle fila delle minoranze in Forza Italia. A invelenire il clima la campagna elettorale alle porte e l’incertezza legata alla candidatura dell’ex sindaco di Bari Antonio Decaro.

Le proposte

Nel corso dell’incontro del gruppo dem c’è chi ha proposto di sollecitare la segretaria nazionale Elly Schlein affinché imponga ad Antonio Decaro un termine perentorio per sciogliere la riserva sulla candidatura. D’altro canto i consiglieri uscenti di maggioranza da giorni sono in sofferenza e irrequieti.

Pretendono di sapere quale sarà il loro destino e non mancano guerre intestine che stanno sfaldando la coalizione progressista. Proprio nel gruppo dem il consigliere regionale Maurizio Bruno si sta battendo all’arma bianca per impedire la candidatura di rientro nelle liste Pd dell’assessore al bilancio Fabiano Amati. Non a caso Bruno ha chiesto un chiarimento sul punto e fino ad allora ha dichiarato che non voterà la manovra di assestamento per la sanità, a firma di Amati.

A caccia di una collocazione anche i consiglieri Pd Filippo Caracciolo e Michele Mazzarano ritenuti “scomodi” da Decaro, ma ancora in attesa di un segnale sul loro destino politico. Per non parlare dei civici: il gruppo Con potrebbe sciogliere e non presentare la lista ed i reduci dati in transito in Per la Puglia, l’altra civica vicina al presidente Emliano. Ma l’operazione va raccordata alle mosse annunciate dallo stesso Decaro che dovrebbe presentare due liste, una di sindaci ed ex amministratori e l’altra di esponenti della società civile.

C’è spazio per far convivere le civiche vicine al governatore Emiliano considerando le resistenze dell’ex sindaco di Bari alla candidatura a consigliere del presidente uscente? Mille interrogativi senza risposta mentre fra poche settimane potrebbe partire il decreto di indizione delle elezioni e manca meno di un mese alla pausa estiva.

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