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Regione Puglia, salta l’intesa sulla doppia preferenza: rischio pioggia di emendamenti

Saltato l’accordo sul divieto di emendamenti sulla doppia parità di genere, il Consiglio regionale rischia di ripiombare nel caos già da domani. A far saltare il banco è stata la norma per l’abrogazione della legge anti-sindaci a firma dell’assessore Fabiano Amati. L’iniziativa ha innescato tensioni nella maggioranza regionale. Il Pd ha criticato l’accelerata impressa dal…
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Saltato l’accordo sul divieto di emendamenti sulla doppia parità di genere, il Consiglio regionale rischia di ripiombare nel caos già da domani. A far saltare il banco è stata la norma per l’abrogazione della legge anti-sindaci a firma dell’assessore Fabiano Amati. L’iniziativa ha innescato tensioni nella maggioranza regionale. Il Pd ha criticato l’accelerata impressa dal delegato al Bilancio, chiedendo che questi rientrasse nei ranghi.

Le incertezze

La trattativa, però, non è stata nemmeno avviata, cosicché la seduta di domani si annuncia più incerta che mai con diversi colpi di scena previsti durante l’esame della norma in favore delle donne. Lo stesso gruppo di Azione, in risposta alla modifica di Amati, è infatti pronto a rompere l’accordo bipartisan e a presentare altri emendamenti di modifica della legge elettorale. A partire da quello sul consigliere supplente, l’escamotage giuridico rimasto nel cassetto finalizzato a “sterilizzare” gli effetti del taglio degli eletti collegato al calo dei residenti in Puglia: una mossa necessaria, considerando che in Senato l’emendamento per scongiurare la riduzione degli scranni in via Gentile è stato sostituito da un disegno di legge bipartisan.

Il percorso di approvazione si annuncia lungo e tortuoso in vista delle regionali fissate in autunno, considerando che ci vorranno almeno un paio di mesi fra esame e voto nelle Commissioni e nei due rami del Parlamento. Da qui l’affondo di Azione che punta a risolvere la partita imitando altre sette Regioni dove il consigliere supplente (il primo dei non eletti che prende il posto del consigliere nominato assessore) è già una realtà da diversi anni. Il gruppo presenterà l’emendamento in aula domani e sta raccogliendo altri appoggi tra le fila della maggioranza.

Lo sbarramento

In aggiunta è poi prevista anche la modifica dello sbarramento elettorale con una proposta di riduzione dal 4 al 2,5%. La correzione sgradita al Pd e contestata anche dalle minoranze di centrodestra pronte a dare battaglia. Guerra annunciata, ovviamente, anche sulla legge anti-sindaci con il gruppo di Fratelli D’Italia che ha proposto di ridurre da sei a tre mesi il termine per le dimissioni dei sindaci che vogliono candidarsi alle regionali.

Il tutto in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale che per il 9 luglio ha fissato l’esame del cosiddetto comma “anti-Decaro”, nato proprio per ostacolare le candidature dei primi cittadini a sostegno dell’aspirante governatore pugliese. Certe questioni calde che rischiano di spaccare ulteriormente i gruppi di maggioranza già a corto di numeri, stante l’appoggio esterno dei Cinque Stelle e diversi “mal di pancia”.

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