Maggioranza a caccia di voti in Consiglio regionale per compensare le varie defezioni, a partire da quella dell’ex assessore allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci.
Lo scenario
Il pallottoliere dice che il centrosinistra può contare su 26 voti, uno in più della “soglia di sopravvivenza” considerando il governatore Michele Emiliano: un margine a dir poco incerto e pericoloso che, di fatto, rischia di determinare la paralisi da qui alla fine del mandato. Il Movimento 5 Stelle, infatti, non sembra disposto a fare la stampella della maggioranza che si appresta a governare senza numeri e, quindi, di dover concordare tutto con le opposizioni. Un’ipotesi già ventilata nell’ultimo vertice di maggioranza in cui il capogruppo del Partito democratico, Paolo Campo, ha detto a chiare lettere: «Tecnicamente la maggioranza non esiste più».
Il prossimo summit
La settimana prossima si svolgerà un altro vertice di maggioranza per provare a individuare soluzioni. Non è escluso un intervento diretto del governatore Emiliano che, in casi precedenti, ha detto la sua sferzando gli alleati e rimettendoli in riga. Emiliano potrebbe ventilare l’arma delle dimissioni, un deterrente che ha sempre funzionato in passato considerando che non c’è mai stata, nella storia regionale, un’interruzione anticipata del mandato.
Il Consiglio
Intanto si guarda anche alla seduta di Consiglio regionale di domani, con l’ordine del giorno quasi pronto. Per evitare “scivoloni” il centrosinistra porterà in aula solo proposte di legge condivise con le opposizioni, a partire dalla riforma del terzo settore attesa da anni: un provvedimento a firma del consigliere delegato al Welfare, il calendiano Ruggiero Mennea, che punta a rivoluzionare il sistema della beneficenza e dell’assistenza alle fasce deboli.
A seguire, la legge in favore dei giovani a firma del consigliere delegato Antonio Leoci. Due argomenti che vedono favorevoli le minoranze. L’unica incognita potrebbe arrivare proprio dai Cinque Stelle, in particolare dal consigliere Cristian Casili, che potrebbe riproporre l’emendamento per sospendere il tributo 630 in capo ai Consorzi di bonifica: una norma incostituzionale, priva di copertura (servirebbero 12 milioni di euro), che l’Aula ha già bocciato nelle ultime sedute.