Si vota per il rinnovo dei Consigli regionali di tre regioni. «Sì, ma per chi vuole votare». La precisazione è di Mimmo Farina, avvocato cassazionista, tra i fondatori di «Fratelli d’Italia» nel 2012, da cui poi ha preso le distanze, in passato dirigente del Movimento sociale italiano e amministratore locale.
Farina, che intende dire?
«È molto semplice. Per molti politicanti e per i politologi da tastiera chi non vota sbaglia, non esercita un diritto, insomma è un idiota qualunque. Questo atteggiamento è puerile, oltre che poco democratico».
Quindi l’astensione sarebbe una scelta consapevole?
«Se uno non va a votare, spesso lo fa convintamente».
E con quali motivazioni?
«Se uno non condivide le proposte politiche sul tavolo, anche perché sono uguali da una parte e dall’altra, non va a votare. Se gli schieramenti in massima parte sono composti da incompetenti non va a votare. Se uno vede nella sua città, dieci candidati anche dello stesso schieramento, capisce che costoro si candidano per rubarsi voti a vicenda e, quindi, non va a votare. Se in un partito c’è una fronda che ostacola il candidato della città e appoggia un forestiero, è solo una cattiveria nei confronti del primo, e, quindi, molti non vanno a votare».
E chi invece va a votare?
«Non sono casi isolati quelli di cittadini che votano solo perché in una lista c’è un parente, un amico. Altro discorso, invece, è il voto da parte di chi cerca un lavoro o un favore da un politico: in ogni caso non mi pare sia cosa bella. Infine, ci sono coloro che vanno ai seggi, ma annullano la scheda».
L’astensione, dunque, è un messaggio politico chiaro.
«Se la gente va a votare, i signori della politica diranno che tutto va bene, indipendentemente da chi vince e da chi perde, e che la gente ancora crede nella politica. Se cresce, invece, l’astensionismo significa che la gente non ne può più e, dunque, il non voto diventa voto politico, di protesta certo, ma sempre voto politico. Probabilmente se ci fosse qualcuno diverso dagli schemi stantii di una politica vecchia, la gente ci andrebbe a votare, altro che».
Lei è andato a votare?
«Il voto, anche quello di astensione, è sempre segreto. Aggiungo solo che ci vuole rispetto anche per chi non vota, perché quella è una scelta politica».










