Quanto varrà in queste elezioni regionali la doppia preferenza di genere?
Nella scorsa tornata il risultato deludente fece molto discutere e si parlò di liste costruite a misura di candidato uomo con le donne a fare solo da portatrici d’acqua. Le donne consigliere regionali uscenti sono attualmente, infatti, solo otto su cinquanta, pari, quindi, al 16 per cento dell’assemblea.
Quattro elette nella coalizione di centrosinistra, al governo della Regione, sotto la guida del presidente Michele Emiliano: tutte nel Partito democratico e cioè la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, Lucia Parchitelli, Deborah Ciliento e Anita Maurodinoia, transitata nel corso della legislatura nel gruppo misto e poi persa per strada per note vicende.
Sono, invece, ben tre, su cinque consiglieri, le donne nel gruppo del Movimento 5Stelle: l’ex assessora al welfare Rosa Barone, l’ex candidata presidente, Antonella Laricchia (che non si ricandida), e l’ex delegata alla Cultura, Grazia Di Bari, non ricandidata dal suo partito e attualmente candidata in Alleanza Verdi e sinistra. Una sola, infine, Tonia Spina di Fratelli d’Italia, fa parte della minoranza di centrodestra, subentrata soltanto lo scorso anno, dopo l’elezione di Francesco Ventola al Parlamento europeo.
Grazie alle nuove disposizioni di legge, approvate la scorsa primavera, che prevedono «la possibilità per gli elettori di esprimere il voto di preferenza per massimo due candidati consiglieri di sesso diverso appartenenti a una stessa lista», molte esponenti politiche e anche alcuni partiti provano a incrementare la presenza femminile tra i banchi di via Gentile.
«Con ogni probabilità eleggeremo tra le sei e le sette donne», annotano dalla segreteria regionale del Pd. Le chance migliori ovviamente le ha la stessa Capone, vicepresidente nazionale del partito e vicinissima alla segretaria Ely Schlein, che corre per essere la prima degli eletti nella lista della circoscrizione di Lecce. Puntano, invece, ad almeno tre seggi, ma tutto dipenderà dal risultato percentuale complessivo, i dirigenti della lista «Decaro Presidente».
Una delle più quotate candidate è l’assessora al turismo del Comune di Vieste, Graziamaria Starace, spinta dal sindaco della città e presidente della Provincia di Foggia, Giuseppe Nobiletti, la quale, però, ha un’acerrima rivale proprio in casa e cioè la sua precedessora in assessorato, Rossella Falcone che corre nella lista del Pd di Capitanata, sostenuta, invece, dal vicepresidente della Regione, Raffaele Piemontese.
In Avs, potrebbe farcela la sempreverde ex assessora della giunta Vendola, Elena Gentile. Tra i pentastellati, invece, Rosa Barone resta la testa di lista più quotata per l’elezione. Mentre nelle altre liste di centrosinistra e in particolare «Per la Puglia» la presenza di molti uscenti uomini non lascia molto spazio alle donne candidate. Nel centrodestra, infine, solo Fratelli d’Italia potrebbe vedere donne elette tra cui l’uscente Spina, la tarantina Matilde Percolla e Laura De Marzo.
Mentre Forza Italia, che ha aggirato la domanda, e Lega non hanno nei pronostici potenzialità per eleggere consigliere, anche se, dicono dal Carroccio, abbiamo candidato «donne toste». Il celodurismo al femminile che non smentisce la Lega. Il totale, nelle più rosee previsioni, non dovrebbe superare le dieci presenze. Ancora tanta, tanta strada per la parità. Di questo passo, aumentando di due unità ogni 5 anni, solo nel 2060 si sfiorerà la agognata parità.










