Antonio Decaro rompe il silenzio e cala le carte sul tavolo della politica pugliese. Con un lungo post su Facebook l’ex sindaco di Bari, oggi presidente della Commissione ambiente del Parlamento europeo, ha confermato quanto trapelava da settimane: è pronto a correre per la presidenza della Regione Puglia. Ma non a qualsiasi prezzo. «Sono pronto a candidarmi – scrive – ma voglio essere un presidente libero e non ostaggio delle decisioni di chi mi ha preceduto». Un messaggio diretto, che chiama in causa senza mezzi termini Nichi Vendola e Michele Emiliano, entrambi intenzionati a ricandidarsi in Consiglio regionale rispettivamente nelle liste di Avs e Pd. «La Puglia – chiarisce Decaro – non ha bisogno di un presidente a metà. Pur legato a Vendola ed Emiliano da stima e affetto sinceri, oltre che da una storia comune che non rinnego, credo sia arrivato il tempo di scrivere una pagina nuova».
L’appello
Quindi l’appello ai militanti, ai sindaci e agli elettori del centrosinistra: «Sono rimasto in silenzio per rispetto della nostra comunità, ma oggi sento il dovere di parlare ai cittadini pugliesi. Mi chiedono: ‘Antonio, che hai deciso?’. Io non devo decidere nulla: la scelta spetta al Pd nazionale». Il passaggio è una stoccata al Nazareno: Decaro ribadisce di avere «l’esperienza necessaria e un grande amore per questa terra», ma la condizione resta una sola, quella di poter governare «con piena libertà, guardando avanti e non indietro. Non è un fatto personale – sottolinea – ma una questione politica, nel segno del rinnovamento. Non sono abituato a sgomitare per un posto al sole. Sono abituato a lavorare».
Aut aut
Un aut aut vero e proprio: o il Pd esclude la presenza dei predecessori in lista, oppure Decaro resta a Bruxelles. «Il lavoro in Europa è importante, prestigioso e impegnativo. Se non ci saranno le condizioni per tornare in Puglia, continuerò a servire la mia terra da lì, sostenendo comunque lealmente il candidato progressista. Perché nessuna ambizione personale può venire prima del bene più prezioso: il futuro dei pugliesi». Un’apertura netta, ma non ancora una scelta definitiva. Lo stesso Decaro precisa in serata che “non ci sono tempi certi” entro i quali sciogliere la riserva. Intanto però il post scuote i vertici del Pd, che raccolgono con favore la sua disponibilità. «È un’ottima notizia ed è quello che speravamo» commenta Igor Taruffi, responsabile organizzazione della segreteria nazionale, lo stesso che nei giorni scorsi aveva tentato la mediazione tra Emiliano e Decaro. Poi l’affondo: »Chiediamo a tutti, a partire da chi ha svolto ruoli di maggiore responsabilità politica, di mettere in campo generosità senza precondizioni. In un partito nessuno decide da solo: l’unità è essenziale per costruire un progetto credibile per i cittadini». Tradotto: Emiliano faccia un passo indietro. Durissima invece la replica di Avs. Il segretario pugliese Nico Bavaro non usa giri di parole: «Antonio sbagli. Non è il presidente che sceglie i candidati dei partiti. Puoi decidere in casa tua, nel Pd, non mettere il naso in casa d’altri. E sbagli anche a dire che non ti sentiresti libero con Vendola in consiglio: le decisioni non sono tue, ma di una coalizione basata su un programma. La tua uscita è da uomo solo al comando». Nessuna reazione invece da Michele Emiliano, che per ora sceglie la strada del silenzio, forse in attesa di capire le reali mosse del Nazareno.