«Sono certo che la giustizia saprà riconoscere che ho sempre operato con rettitudine, nel rispetto delle persone e della comunità che ho servito e che non ho mai tradito» ma addolorato per il «silenzio» di «una parte della politica». Lo scrive, sui social, l’ex assessore regionale alla Pianificazione territoriale della Regione Puglia, Alfonsino Pisicchio, rinviato a giudizio pochi giorni fa, insieme ad altre nove persone, con le accuse – contestate a vario titolo – di corruzione, turbata libertà degli incanti, falso, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed emissione di fatture false.
Nel procedimento sono contestate anche truffe alla Regione sulla erogazione di contributi per l’imprenditoria per diversi milioni di euro, messe in atto – secondo l’accusa – attraverso la predisposizione di polizze fideiussorie false.
«Ho attraversato ogni fase della mia vicenda giudiziaria in silenzio. Ho scelto di restare lontano dai social e dai riflettori. L’ho fatto seguendo un principio che mi guida da sempre: il rispetto», scrive Pisicchio sui social: «Rispetto per la legge, per le persone, per il ruolo istituzionale che ho avuto l’onore di ricoprire per oltre trent’anni. Ho creduto nella giustizia fin da ragazzo. Me l’ha insegnato mio padre, uomo politico di grande rettitudine e umanità. Ed è per questo – evidenzia – che oggi è ancora più doloroso constatare un altro silenzio: quello di una parte della politica che per anni ha fatto affidamento sulla mia competenza, sulla mia trasparenza e sulla mia lealtà, usandole, e che oggi si volta dall’altra parte scegliendo di spendere parole e difese appassionate in altre vicende, e non per chi, come me, ha servito le istituzioni con impegno, serietà e onore».
Pisicchio sottolinea che «in questo vuoto, però, ho trovato, come sempre, una presenza molto più forte e importante: quella della mia famiglia».










