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Puglia, liste impresentabili per le elezioni regionali: si incendia il confronto

Dopo l’arresto per voto di scambio mafioso per Antonio Lopez, assessore comunale di Modugno e candidato di Forza Italia alle regionali, la questione morale torna a scuotere il centrodestra pugliese. La nuova tegola arriva dalla Commissione parlamentare Antimafia, che inserisce nella lista degli «impresentabili» tre dei quattro candidati pugliesi sotto il simbolo azzurro. Si tratta…
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Dopo l’arresto per voto di scambio mafioso per Antonio Lopez, assessore comunale di Modugno e candidato di Forza Italia alle regionali, la questione morale torna a scuotere il centrodestra pugliese. La nuova tegola arriva dalla Commissione parlamentare Antimafia, che inserisce nella lista degli «impresentabili» tre dei quattro candidati pugliesi sotto il simbolo azzurro.

Si tratta di Antonio Ruggiero, rinviato a giudizio dal gup del Tribunale di Bari per corruzione; Paride Mazzotta, capogruppo regionale del partito, rinviato a giudizio dal gip di Lecce per turbata libertà degli incanti; e Pasquale Luperti, anche lui rinviato a giudizio per corruzione. Il quarto nome, Marcello Cocco, è candidato con «Alleanza Civica per la Puglia» ed è stato condannato a tre anni dal Tribunale di Roma per accesso abusivo a sistema informatico.

Un elenco pesante che mette in difficoltà i vertici pugliesi di Forza Italia, mentre il coordinatore regionale, Mauro D’Attis che è anche il vicepresidente della Commissione Antimafia, interpellato, sceglie il silenzio. A rompere l’equilibrio ci pensa invece Antonio Decaro, candidato presidente del centrosinistra, che non risparmia una stoccata agli avversari: «Per fortuna nelle mie liste sono tutti presentabili. Siamo stati attenti nel compilarle. Non voglio fare polemiche, ma avrei molto da dire su chi ha presentato gli impresentabili».

Un commento apparentemente misurato, ma dal tono velenoso, che lascia intendere più di quanto dica. A rispondere, quasi in difesa d’ufficio del partito di Berlusconi, è Luigi Lobuono, candidato del centrodestra, che sceglie la linea del garantismo: «Mi dispiace per quanto accaduto. Non conosco i dettagli, ma i partiti hanno fatto tutte le verifiche necessarie. In ogni caso, spetta ai singoli decidere se candidarsi o meno».

E poi la precisazione: «Essere impresentabile non significa automaticamente essere incandidabile». Una distinzione giuridicamente corretta ma politicamente esplosiva, che arriva in una campagna elettorale sempre più tesa, dove la moralità delle liste rischia di diventare – ancora una volta – il vero terreno di scontro.

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