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Puglia, le spese della Protezione civile: in due anni 202 milioni. Così li utilizzò Lerario

Due anni di emergenza, di spese in nome dell’urgenza, ma che ora finiscono sotto la lente della commissione regionale Bilancio e Programmazione, presieduta dal consigliere Fabiano Amati. Ed emerge che, tra il 2020 e il 2021, la struttura di supporto nominata dal presidente Emiliano nel Dipartimento della Protezione civile ha speso circa 202 milioni: 129…
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Due anni di emergenza, di spese in nome dell’urgenza, ma che ora finiscono sotto la lente della commissione regionale Bilancio e Programmazione, presieduta dal consigliere Fabiano Amati. Ed emerge che, tra il 2020 e il 2021, la struttura di supporto nominata dal presidente Emiliano nel Dipartimento della Protezione civile ha speso circa 202 milioni: 129 nel 2020 e 73 milioni e mezzo nel 2021.

Ma è nello scorporo dei dati che saltano all’occhio i dati relativi all’eccessiva spesa di denaro pubblico. Si comincia dal 2020, quando la gestione ordinaria del materiale sanitario per gli ospedali, attrezzature incluse, è costata 9 milioni 277 mila euro. Ci sono poi le “ulteriori” attrezzature per gli ospedali, costate altri 5 milioni e mezzo, e quelle “urgenti” che, assieme all’acquisto di Dpi, hanno attinto alle casse regionali per 107 milioni e mezzo. “Piccole” somme, 3 milioni e mezzo per la manutenzione straordinaria di beni per terzi, 2 milioni per Covid hotel e servizi sanitari vari, 500 mila euro per le associazioni di volontariato e 80 mila per la gestione degli automezzi Covid.
È andata meglio, nella distribuzione delle risorse per la Protezione civile regionale nel 2021, quando dai bilanci sono stati utilizzati 4 milioni tra gestione ordinaria del materiale sanitario e delle attrezzature per gli ospedali.
Poi, attrezzature per centri vaccinali, sito Dpi, ospedali per 1 milione 242 mila euro, mentre all’allestimento dei centri vaccinali sono stati destinati 2 milioni, altri 3 e 600 mila euro per call center, supporto alle Asl, trasporto Dpi e servizi vari. Pochi spiccioli, 285 mila euro, per trasferimenti agli enti locali, un altro mezzo milione per manutenzioni ordinarie. Ma la cifra che balza all’occhio è quell’acquisto di Dpi e attrezzature sanitarie urgenti per 53 milioni e mezzo.
«Sulla base di una prima e sommaria precisazione analitica – spiega Amati – si registrano le spese per i voli Cargo-ponte aereo con la Cina per il trasporto di Dpi, apparecchiature sanitarie d’emergenza, spese aeroportuali di logistica, spese di deposito presso aeroporto, spese di logistica urgenti, spese per distribuzione Dpi a domicilio presso gli ambulatori medici di medicina generale e pediatri di libera scelta».
Se ci si sofferma sulle forniture provenienti dalla Cina, spiega il presidente della commissione, «nel 2020 sono stati acquistati beni sanitari di consumo, consistenti in mascherine, Dpi facciali filtranti monouso, materie prime per produzione Dpi, macchinari e apparecchiature sanitarie, per complessivo euro 17 milioni e 254 mila euro».
Fin qui i dati aggregati, ma già lunedì prossimo saranno forniti quelli più precisi, «quanto sia stato speso con fondi attribuiti dalla gestione sanitaria e da altri fondi di finanziamento, unitamente alla conoscenza analitica di tutte le spese e delle relative modalità d’affidamento».
m.chia.

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