Si apre con fragoroso flop in prima commissione bilancio del consiglio regionale la prima seduta alla ripresa dalla pausa estiva. Le tensioni elettorali e la crisi infinita della maggioranza hanno determinato l’ennesima caduta del numero legale.
Una coazione a ripetere che rischia di determinare riflessi negativi sui conti regionali presenti e futuri. A far saltare il banco le solite defezioni fra i banchi del centrosinistra che hanno affossato l’approvazione del Rendiconto finanziario, un atto fondamentale da licenziare entro la fine di luglio.
Una macchia che potrebbe pesare sul visto della Corte dei Conti che in passato ha più volte bacchettato la sciatteria del consiglio regionale. Ieri all’appello mancavano il capogruppo Pd Paolo Campo, il consigliere Stefano Lacatena di Con mentre il consigliere Ruggero Mennea di Azione s’è presentato in ritardo. Alla fine il pallottoliere ha registrato solo 4 voti favorevoli dei consiglieri del Pd Bruno, Paolicelli e Caracciolo, del presidente Tammacco, l’astensione di Galante (M5S) e la non partecipazione al voto dei consiglieri del centro destra (De Leonardis, Caroli e Cera). A quel punto il presidente della prima commissione Saverio Tammacco ha preso atto ed è stato costretto ad aggiornare la seduta a lunedì prossimo.
Al palo resta anche l’ultima variazione di bilancio che contiene, fra gli altri punti, parte del ripiano del deficit della sanità da 84 milioni di euro dopo la richiesta di correzione della manovra regionale di rientro da parte del governo centrale. Ma a preoccupare è soprattutto la questione del bilancio di previsione 2026. Le elezioni di novembre, infatti, impediranno al nuovo parlamentino che uscirà dal voto di votare la manovra nei termini prefissati di dicembre 2025.
Da qui la necessità di approvare l’esercizio provvisorio, così come richiesto dalle opposizioni di centrodestra, o l’ok ad un bilancio tecnico come richiesto dall’assessore alle finanze Fabiano Amati. Quest’ultimo ieri in aula ha assicurato che le leggi finanziarie rappresentano passaggi “tecnici” che non comportano scelte politiche. Per l’assestamento, in particolare, si tratta di un’adesione alle prescrizioni della Corte dei Conti, alla presa d’atto dei residui, del fondo pluriennale vincolato e del fondo crediti di dubbia esigibilità con l’aggiornamento del risultato di amministrazione e della giacenza di cassa oltre uno spostamento tecnico di 40 milioni e 500 mila euro sulla sanità legati al deficit 2024.
Rassicurazioni che evidentemente non hanno convinto la stessa maggioranza scatenando le critiche delle minoranze.
«L’ennesima caduta del numero legale», osservano i consiglieri regionali Luigi Caroli e Giannicola Deleonardis, «dimostra la sciatteria della maggioranza (rossa con sfumature gialle alternate). Uno schiaffo all’assessore al Bilancio, Fabiano Amati che non è riuscito neppure in Commissione a far passare atti propedeutici alla parifica del Bilancio, richieste dalla Corte dei Conti, e neppure l’assestamento che pure nasconde nelle pieghe qualche piccola prebenda elettorale».
«Dopo questa figuraccia come si può pensare di poter far approvare da una maggioranza barcollante il Bilancio di Previsione 2026? Abbiamo già detto no a quest’ipotesi considerando che un atto così importante non può essere gestito da un Consiglio regionale in scadenza. Ad Amati che paventa il rischio di una gestione provvisoria ad inizio della prossima legislatura vogliamo ricordare che è già avvenuto all’inizio di questa, ma che non si usano i documenti contabili per fare campagna elettorale».