Il gruppo del Partito democratico in Consiglio regionale prova a fare quadrato intorno a Michele Emiliano. Ieri pomeriggio i sedici consiglieri sono tornati a riunirsi. Si è trattato di un aggiornamento dopo l’incontro di settimana scorsa con il presidente della Regione. In quella occasione Emiliano difese le proprie scelte in giunta: da Rocco Palese alla sanità a Gianfranco Lopane al turismo, passando per la delega alla cultura alla consigliera del Movimento Cinque Stelle Grazia di Bari. Soprattutto la scelta dell’ex uomo di Raffaele Fitto alla sanità aveva fatto andare su tutte le furie una parte dei democratici.
L’incontro di ieri doveva servire a serrare definitivamente i ranghi. La richiesta di appoggio esterno avanzata da alcuni consiglieri, su tutti Fabiano Amati e Ruggiero Mennea, è caduta nel vuoto. «Non c’è stata una vera e propria conta – racconta Filippo Caracciolo, capogruppo del Pd in via Gentile -. Dal confronto è emerso chiaramente che solo una minoranza voleva il ritiro degli assessori dalla giunta». Nella discussione si è dovuto tenere conto anche di quanto annunciato da Michele Emiliano nell’intervista rilasciata a L’edicola del Sud lunedì scorso: il suo ritorno effettivo nei ranghi del Pd con sottoscrizione della tessera. Quasi una prova d’amore che fa sembrare lontano anni luce la convention delle liste civiche che ha promosso lo scorso dicembre. Proprio su questo tema, d’altronde, Emiliano è stato particolarmente chiaro durante l’incontro della scorsa settimana allargato ai parlamentari pugliesi del partito: farà un passo indietro, precisando che la sua iniziativa non nasceva in competizione al Pd. L’incontro di ieri tra i sedici consiglieri regionali vorrebbe scrivere la parola fine alle polemiche. «Anche dai territori ci è arrivata una richiesta di chiarezza – afferma Filippo Caracciolo -. Non crediamo, però, che ci siano le condizioni per mettere in discussione la nostra presenza in giunta. Pur condividendo alcune perplessità, su tutte la scelta di Rocco Palese, siamo determinati a portare avanti la nostra esperienza politica accanto a Michele Emiliano. Credo sia importante – prosegue – non delegittimare continuamente l’azione del presidente, che è anche espressione del partito». Quello su cui tutti i consiglieri del Partito Democratico si sono ritrovati d’accordo è sull’apertura di una verifica programmatica dell’attività politica regionale. «Vogliamo avere un confronto costante con Emiliano – ha sottolineato Caracciolo -. Chiediamo che alcuni temi vengano affrontati con particolare attenzione: dal Pnrr al piano energetico; dall’applicazione del piano rifiuti al nuovo Piano casa (dopo la bocciatura da parte del governo, ndr); dal sostegno alle famiglie con figli autistici al rilancio nella gestione dell’Arpal, in totale discontinuità con l’attuale direzione generale».
Quest’ultimo punto, riportato anche in un documento ufficiale diffuso dal gruppo, pone l’accento sul contrasto con “I Popolari” che esprimono la nomina del direttore dell’agenzia per il Lavoro: Massimo Cassano. La scelta di Emiliano di consegnare questo delicato incarico all’ex sottosegretario al lavoro di Forza Italia, non è mai andata giù a una fetta considerevole del Partito Democratico. Potrebbe essere questo il nuovo fronte che i democratici sono pronti ad aprire con Emiliano. Perché se è vero che il Pd si rimette in riga dopo gli scontri delle ultime settimane, è altrettanto vero che non è facile digerire anche l’ampio spazio che hanno le civiche nei ruoli di governo. E anche Cassano, così come Palese, ha una storia e una militanza radicata nel centrodestra. La frattura nel gruppo Pd dunque rimane, seppure sotto la cenere dell’ufficialità, ed è difficile nasconderla. Un fiume arginato da una diga che potrebbe sfociare in un congresso più complicato rispetto alle premesse. Potrebbe essere proprio Fabiano Amati, infatti, a sfidare Marco Lacarra per la segreteria regionale. Una ipotesi che scontenterebbe chi sogna uno svolgimento armonioso della consultazione interna, con un’unica mozione che tenga dentro tutto. È anche per questo, evidentemente, che il commissario Riccardo Tramontana non ha ancora pubblicato il regolamento per la presentazione delle candidature. Prima o poi, però, dovrà farlo e non è detto che rinviare questo momento faciliti il raggiungimento di una sintesi politica.










