Si infiamma il dibattito sulla gestione dei rifiuti in Puglia dopo l’aggiornamento del piano regionale stabilito d’urgenza l’altro ieri dalla giunta del governatore Emiliano. Un provvedimento necessario ad evitare l’immondizia per strada dopo il pericoloso riempimento delle quattro discariche in funzione di cui una pubblica e tre in concessioni ai privati. L’esecutivo ha dovuto ampliare le capacità di tre siti – Manduria, Ugento e Deliceto – di circa 500 metri cubi per evitare il peggio soprattutto la prossima estate. Un quadro preoccupante che fa insorgere le minoranze.
Le reazioni
«I cittadini non possono pagare il prezzo dell’incapacità del centrosinistra di governare la Puglia», è l’affondo del consigliere di Forza Italia Massimiliano Di Cuia. Che attacca a testa bassa: «Parlare di emergenza dopo vent’anni di governo è la certificazione di un totale fallimento». Riferendosi poi alla discarica di Manduria Di Cuia continua: «Asl Taranto, Comune e persino Arpa Puglia avevano dato parere negativo alla richiesta autorizzativa per l’ampliamento. Approvarla significa prendere una decisione scellerata e offensiva contro una comunità che paga un tributo altissimo in termini ambientali e sanitari. Non lo consentiremo, siamo pronti ad alzare barricate ed manifestare assieme ai cittadini contro la Giunta Emiliano-Decaro che non chiude il ciclo ed affossa le comunità locali».
Sugli scudi anche il consigliere regionale Paolo Pagliaro, La Puglia Domani. «Anziché chiudere le discariche», sottolinea ricordando l’impegno preso nel 2021 dal piano rifiuti, «la Regione le allarga. Siamo allibiti per una decisione che continua a mettere una toppa a un problema ambientale e di salute pubblica, senza assumersi la responsabilità politica di scegliere». Pagliaro non usa mezzi termini. «È folle il piano della giunta Emiliano, che sposta la spazzatura indifferenziata da Autigno ad altre tre discariche – aggiunge – aumentandone le volumetrie disponibili di Ugento, Manduria e Deliceto. Ma come se non bastasse torna l’ipotesi di riattivare la discarica di Corigliano d’Otranto, che si credeva archiviate dopo tante battaglie contro un impianto costruito sciaguratamente sulla falda acquifera che fornisce l’80% di acqua potabile in provincia di Lecce».
Da qui l’affondo all’assessora al ramo Serena Triggiani. «Parla di misure necessarie e urgenti e quinti inevitabili, ma secondo noi più che lanciare l’allarme in questi dieci mesi avrebbe potuto e dovuto prendere in mano la situazione. Sull’aggiornamento del Piano rifiuti della Regione – conclude Pagliaro – presenterò un’interrogazione urgente e una richiesta di audizione in commissione Ambiente, perché il Salento dice no all’ampliamento della discarica di Ugento e alla riapertura di Corigliano».
L’intervento del governatore
In difesa del governo regionale è intervenuto ieri il presidente Emiliano. «Abbiamo tre grandi città, Bari, Foggia e Taranto – ha detto – che non fanno la differenziata che dovrebbero fare. Stando sotto i limiti non possiamo rinunciare alle discariche. Fare la differenziata non è semplice perché in Italia, non essendoci una filiera industriale, aumenta il costo che va trasmesso direttamente sulle tariffe e quindi al cittadino. Se viceversa dovessimo aumentare il livello della differenziata come accaduto in tante città, se si hanno maggiori risultati sulla differenziata, le discariche le possiamo chiudere. Ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca».