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Non solo tasse, bollette e conti da far quadrare: la tredicesima dei pugliesi anche in regali e cenoni

Il Natale pugliese si avvicina con un clima di sobrietà consapevole. Le luci delle feste si accendono mentre famiglie e pensionati fanno i conti con bilanci ancora sotto pressione, affidandosi alla tredicesima mensilità più come strumento di equilibrio che come occasione di spesa straordinaria. A beneficiarne, in queste settimane, stando ai dati emersi da un…
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Il Natale pugliese si avvicina con un clima di sobrietà consapevole. Le luci delle feste si accendono mentre famiglie e pensionati fanno i conti con bilanci ancora sotto pressione, affidandosi alla tredicesima mensilità più come strumento di equilibrio che come occasione di spesa straordinaria.

A beneficiarne, in queste settimane, stando ai dati emersi da un sondaggio effettuato da Coldiretti Puglia, sono oltre 2 milioni di cittadini, una platea che supera la metà della popolazione regionale e che rappresenta un termometro affidabile dello stato dell’economia locale e dei consumi interni.

Lo scenario

Rispetto allo scorso anno, lo scenario mostra segnali contrastanti. L’emergenza inflattiva si è attenuata, ma il peso delle spese fisse resta elevato. Bollette, canoni di locazione, rate di mutui e scadenze fiscali, a partire dal saldo dell’Imu, continuano a incidere sui bilanci di fine anno.

Come già accaduto nel Natale precedente, la tredicesima viene quindi assorbita in larga parte dalle necessità correnti, limitando gli spazi per consumi più disinvolti e per acquisti considerati non essenziali. La propensione al risparmio, tuttavia, non scompare.

Circa il 20 per cento dei percettori riesce a destinare una quota della mensilità aggiuntiva ad accantonamenti, confermando una tendenza che in Puglia si era già manifestata lo scorso anno. Un atteggiamento prudente, che deriva anche da anni di incertezza economica e che riflette la scelta di molte famiglie di costruire una piccola rete di sicurezza piuttosto che esporsi a spese superflue, in vista di possibili imprevisti nei mesi successivi.

Se c’è una voce che resiste ai tagli, invece, quella è il cibo. Le tavole delle feste restano centrali nella spesa natalizia dei pugliesi, con una preferenza netta per i prodotti della tradizione. Pane, pasta, farine e dolci tipici guidano gli acquisti, seguiti dall’olio extravergine di oliva, dai formaggi, dai salumi, dalle carni e dal pesce, senza trascurare legumi, ortaggi di stagione e vini locali. Un copione simile a quello dello scorso Natale, ma con una crescente attenzione alla provenienza e alla filiera, considerate garanzie di qualità e sicurezza alimentare.

Le tendenze

I rincari dei prezzi, pur meno accentuati rispetto al passato, spingono verso consumi più selettivi e rafforzano il ruolo dei mercati contadini e della vendita diretta. Il contatto con il produttore diventa un elemento decisivo, sia per la trasparenza sulle origini sia per la percezione di un miglior rapporto tra qualità e prezzo, soprattutto in un periodo di forte concentrazione della spesa come quello natalizio.

Così, anche quest’anno, il Natale in Puglia si gioca su un doppio binario: rigore nei conti e fedeltà alle tradizioni. Una festa che non rinuncia alla convivialità e al valore sociale della tavola condivisa, ma che si adatta a un contesto economico in cui la prudenza resta la vera protagonista delle scelte delle famiglie.

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