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I giovani e l’astensionismo, Locaputo (Udu Bari): «La politica locale è poco attrattiva e troppo lontana» – L’INTERVISTA

«L'offerta politica locale è poco attrattiva e troppo lontana dai problemi reali dei giovani pugliesi». Così Sahar Locaputo, coordinatrice del sindacato studentesco Udu, dell'Università di Bari, commenta i dati relativi al forte astensionismo nelle ultime elezioni Regionali del 23-24 novembre. In Puglia, al netto di schede bianche e nulle, è andato praticamente a votare poco…
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Sahar Locaputo, coordinatrice del sindacato studentesco Udu

«L’offerta politica locale è poco attrattiva e troppo lontana dai problemi reali dei giovani pugliesi». Così Sahar Locaputo, coordinatrice del sindacato studentesco Udu, dell’Università di Bari, commenta i dati relativi al forte astensionismo nelle ultime elezioni Regionali del 23-24 novembre.

In Puglia, al netto di schede bianche e nulle, è andato praticamente a votare poco più di un cittadino su tre. I grandi assenti sono stati soprattutto gli under 30. Perchè?

«Prima di tutto andrebbe analizzato meglio questo dato. Per esempio alle ultime elezioni Europee non è affatto vero che i giovani abbiano votato meno, anzi. Non è una tendenza così stabile, come spesso si racconta. Nelle Regionali, però, pesa molto la scarsa attrattività dell’offerta politica. Le candidature sono state poco giovanili e i pochi profili più giovani, spesso non sono stati valorizzati. Il punto quindi non è soltanto la bassa partecipazione, ma una generale staticità della politica regionale, che per molti giovani risulta poco interessante e lontana dalle loro aspettative».

Da uno a dieci quanto sentite la politica di oggi vicina ai vostri problemi?

«È difficile dare un numero, perché la politica non è un blocco omogeneo: ci sono realtà molto diverse tra loro. Detto questo, la percezione diffusa è che oggi poche forze politiche mettano davvero al centro i problemi dei giovani. Prevalgono logiche di gestione del potere e dinamiche interne ai partiti, mentre c’è poca attenzione alle politiche concrete da mettere in campo per studenti, precari, giovani lavoratori».

Molti analisti dicono che il voto di opinione non esiste più. Condivide?

«La domanda andrebbe rivolta soprattutto a chi non è impegnato in organizzazioni politiche o sindacali. Per chi vive un impegno attivo, il voto politico continua a essere importante. Tuttavia, nella società in generale questa dimensione sembra essersi molto indebolita. Di conseguenza diventa più difficile anche orientarsi».

L’impressione è che anche la comunicazione politica sia troppo lontana dai giovani.

«Vero, noi ci siamo informati principalmente attraverso i social, perché i media tradizionali hanno dedicato ben poco spazio ai programmi e molto di più ai retroscena e alle dinamiche interne ai partiti. L’accesso alle informazioni non è stato quindi semplice: la comunicazione è stata spesso frammentata e poco approfondita».

Tre priorità che come associazioni studentesche farete al presidente della Regione.

«Il finanziamento delle borse di studio, per garantire il diritto allo studio a tutti e non solo a chi può permetterselo; il contrasto ai tagli all’università, che stanno indebolendo la qualità della didattica, dei servizi e della ricerca; la difesa dell’autonomia universitaria, oggi messa in discussione dalle continue incursioni del governo centrale nella gestione degli atenei».

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