Qual è la reputazione di Puglia e Basilicata rispetto alla qualità dei governi regionali, della corruzione nella pubblica amministrazione e della risposta alla pandemia? Quella della Puglia in miglioramento, mentre la Basilicata ha avuto un vero e proprio scatto di reni dal 2017 al 2021 per cui l’indice negativo si è abbassato. Rimane il fatto che entrambe le regioni risultano arretrate rispetto alla media europea, dato questo che riguarda anche l’Italia che sale al 42esimo (rispetto alle 208 regioni dell’Unione Europea) scalando 10 posizioni la classifica dei Paesi della Eu, ma sempre troppo sotto la media dell’Europa.
La “pagella” l’ha stilata l’università di Goteborg in uno studio articolato che peraltro ha la particolarità di essere l’analisi più completa sulla pandemia da Covid-19 con una chiave di lettura dal taglio inedito. Lo studio misura l’EQI, ossia l’indice europeo della qualità del governo nel 2021.
Quattro le rilevazioni: nel 2010, nel 2013, nel 2017, nel 2021 riferito alla situazione risultante sino a febbraio.
Il criterio è semplice. Tutti i Paesi sono stati considerati partendo da zero, quindi se l’esito è positivo vuol dire che è sopra la media europea, se è negativo è esattamente il contrario.
La Puglia partiva da meno 2,28 per l’indice di corruzione nella pubblica amministrazione, registrato nel 2010, ed è scesa al meno 1,09 del 2021. La discesa nel 2013 (-1,61), poi la risalita nel 2017 (-1,66) e la più decisa discesa nel 2021 nonostante siano maturate tante inchieste che hanno dato la maglia nera a Foggia, a Bari, ma anche Lecce è sotto tiro per il riciclaggio del denaro frutto del traffico di stupefacenti in attività lecite.
La Basilicata si mostra stazionaria fra la data della prima rilevazione e la seconda: entrambe a meno 1,43. Netta risalita nel 2017 (-2,03) e discesa nel 2021 (-1,20). «È il più grande sondaggio mai condotto per misurare la percezione della qualità del governo – si legge nella relazione dell’università di Goteborg – raccogliendo le opinioni di oltre 129.000 intervistati su un totale di 208 regioni in tutti i 27 Stati membri dell’UE».
In sintesi «questo documento mette in evidenza alcuni dei principali risultati e confronta i risultati con i precedenti round del sondaggio». E non si tratta solo della dimensione dei dati raccolti, ma è qualitativamente interessante per mettere in evidenza l’intricato legame «tra istituzioni governative, politica sanitaria e gestione delle crisi, poiché è stato condotto nel mezzo della pandemia di Covid-19. In un momento di sfide importanti, troviamo un aumento complessivo della qualità percepita del governo delle regioni europee».