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Lo scontro su Palese passa per il bando sulle mense. Innovapuglia: «È legittimo»

Questo bando “non s’ha da fa”. Ma Regione Puglia e InnovaPuglia tirano dritto. Questo in sintesi l’esito del braccio di ferro che i sindacati e i consiglieri regionali Donato Metallo (Pd) e Francesco Ventola (Fratelli d’Italia) hanno tentato, l’altro ieri nell’audizione in terza commissione regionale e ieri al Tavolo Sepac (i sindacati). L’imperativo sul niet…
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Questo bando “non s’ha da fa”. Ma Regione Puglia e InnovaPuglia tirano dritto. Questo in sintesi l’esito del braccio di ferro che i sindacati e i consiglieri regionali Donato Metallo (Pd) e Francesco Ventola (Fratelli d’Italia) hanno tentato, l’altro ieri nell’audizione in terza commissione regionale e ieri al Tavolo Sepac (i sindacati).

L’imperativo sul niet al bando è del gruppo consiliare del Pd che ieri, dopo un lungo confronto per decidere sull’appoggio esterno all’amministrazione Emiliano, ha deciso, fra le altre, di “notificare” a mezzo del segretario del Pd Marco Lacarra e del capogruppo in Consiglio regionale Filippo Caracciolo, la richiesta di ritiro del bando per la ristorazione ospedaliera la cui deadline, ossia la chiusura dei termini di partecipazione, è fissata per dopodomani. Uno che se ne intendeva affermava che “a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre si indovina” e nel caso di specie la richiesta di ritiro al fotofinish del bando in ensemble con le turbolenze in maggioranza, in particolare nel Pd, difficilmente possono essere considerati aspetti non confliggenti. La partita politica della mal digerita nomina alla Sanità di Rocco Palese si gioca anche sul rintuzzare sulla gara, anche se i protagonisti di questa “battaglia” giurano di essere mossi unicamente dalla preoccupazione della salvaguardia dei posti di lavoro (anche se i punteggi del bando sono attribuiti sull’aumento del personale e l’obbligo di riassunzione).
Insomma, il bicchiere c’è chi lo vede mezzo pieno e chi mezzo vuoto. Fra le due opzioni un servizio, quello delle mense ospedaliere, che in Puglia vanta il record della longevità: appalti con proroghe da 26 anni, come nel caso di Asl Lecce e spreco di denaro perché il costo pasto è ben superiore al prezzo che la Regione andrà a pagare con il nuovo appalto. Nonostante a più voci si continui a dire che le gare devono essere fatte, di fatto sinora ha vinto un sistema “affezionato” alle proroghe e ai suoi frutti, ossia sprechi e rendite di posizione in barba alle leggi del mercato e della libera concorrenza.
L’altro ieri in terza commissione i sindacati e alcuni consiglieri regionali, in particolare Donato Metallo (Pd) e Francesco Ventola (Fratelli d’Italia), hanno sollevato chi dubbi (i sindacati), chi certezze (i consiglieri) sul presupposto che la gara debba essere ritirata in quanto non sarebbero garantiti tutti i posti di lavoro. Citatissimo l’articolo 8 del disciplinare di gara, quello inerente la clausola sociale. In nessun passaggio del testo è detto che i lavoratori non saranno assorbiti in toto, ma chi si agita lo fa perché “non si fida”. Il responsabile del servizio Gare di InnovaPuglia, Antonio Scaramuzzi, in audizione ha spiegato che: «Non c’è discrezionalità nel definire il bando in un modo piuttosto che in un altro. Esistono dei paletti precisi. I fabbisogni quali-quantitativi vengono definiti dai direttori generali aderenti all’iniziativa. La genesi del bando, con la scelta dei centri cottura o dei quantitativi dipende da quanto definito dai beneficiari finali». Sta di fatto che se Ventola sta a guardare, «aspettiamo il 18 e se non ritirano la gara decideremo cosa fare», Metallo non molla. «Ho posto con forza, prima nella commissione competente e ora trovando la totale condivisione del gruppo consiliare regionale del Pd, il problema relativo al bando che riguarderà l’affidamento del servizio di somministrazione pasti presso gli ospedali della Puglia. Questo bando, che può durare per sette anni ed avere un valore pari a 372 milioni, lo dico senza mezzi termini, va ritirato. Porterà a una consistente riduzione del numero dei lavoratori o una forte riduzione dell’orario di lavoro degli stessi. La preparazione dei pasti, effettuata presso strutture private potrebbe comportare una minor qualità e di sicuro comporta un aumento dei costi degli stessi pasti. Non si dovrebbe tener conto del ribasso economico, ma valutare solo gli aspetti di miglioramento qualitativo proposti dalle aziende che partecipano». E siamo a un film andato in onda. Nel 2014 la levata di scudi fece abortire il tentativo di fare una gara in Asl Lecce, per citarne una, e anche questo bando attendeva da tempo. Dubbi e timore di cataclismi, spruzzatine di veleni sulla liceità della gara, sono il pranzo e il contorno che possono portare a mantenere lo stagno delle proroghe.

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