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Lavoro, l’occupazione cresce ma è boom di contratti precari e a termine

Nonostante un generalizzato rallentamento dell’economia pugliese, c’è un dato positivo: il numero degli occupati nel corso del 2024 è cresciuto. In Puglia, gli occupati sono infatti oltre un milione, pari al 5,4% del totale nazionale, con un aumento di circa 1,9%, anche se inferiore alla media dell’intero Mezzogiorno, che sfiora il 3%. L’analisi Non è…

Nonostante un generalizzato rallentamento dell’economia pugliese, c’è un dato positivo: il numero degli occupati nel corso del 2024 è cresciuto. In Puglia, gli occupati sono infatti oltre un milione, pari al 5,4% del totale nazionale, con un aumento di circa 1,9%, anche se inferiore alla media dell’intero Mezzogiorno, che sfiora il 3%.

L’analisi

Non è tutto oro, però, quel che luccica nonostante i dati positivi. Tuttavia, diminuiscono i contratti di lavoro a tempo indeterminato, a vantaggio di quelli stagionali, in somministrazione e a tempo determinato. «È fondamentale ribadire la distinzione tra occupazione e occupati. – spiegano dall’Osservatorio Aforisma – due esempi: un posto di lavoro coperto da più lavoratori a termine che si avvicendano resta lo stesso, anche se genera un numero maggiore di occupati. Lo stesso accade quando un posto di lavoro a tempo pieno (40 ore settimanali) viene suddiviso in due posti di lavoro a tempo parziale (20 ore settimanali ciascuno): ciò che aumenta (addirittura raddoppia) è solo il numero degli occupati, ma non l’occupazione, intesa come quantità complessiva di lavoro disponibile». Bisogna prestare attenzione nella lettura dei dati statistici. «I rapporti Istat precisano che per “occupati” si intendono le persone tra i 15 e gli 89 anni che, nella settimana di riferimento, “hanno svolto almeno un’ora di lavoro a fini di retribuzione o di profitto, compresi i coadiuvanti fa miliari non retribuiti».

I redditi

Sul fronte dei redditi delle persone fisiche sia il Mezzogiorno che la Puglia hanno seguito il trend nazionale con un aumento proporzionale dei redditi e della relativa imposta netta di circa il 6% rispetto all’anno precedente. Il reddito medio dei pugliesi nel 2023 è stato pari a 18.600 circa su di una media nazionale di 23.600 circa. Certo balza agli occhi ancora una volta il diverso passo tra le aree del paese: il nord rappresenta da solo il 58% del reddito e dell’imposta netta. Questo significa un minor dinamismo economico e minore offerta di lavoro stabile. La sostanziale stabilità di questo dato sembra cristallizzare una tendenza che sembra oramai accettata e che sarebbe bene approfondire nella composizione e nel confronto con i consumi ed i risparmi. L’analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (27.890 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (27.230 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (17.160 euro).

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