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Servizi da potenziare e poca occupazione: la “cattiva reputazione” della Puglia

Un territorio ancora poco attento alle esigenze reali di chi lo abita. Nel grande laboratorio urbano italiano, la Puglia resta in fondo alla classifica. Lo dice con chiarezza il report “L’Italia e la sua reputazione - Le città”. L’indagine, realizzata da Italiadecide in collaborazione con Intesa Sanpaolo, ha misurato come i cittadini percepiscono le principali…
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Un territorio ancora poco attento alle esigenze reali di chi lo abita. Nel grande laboratorio urbano italiano, la Puglia resta in fondo alla classifica. Lo dice con chiarezza il report “L’Italia e la sua reputazione – Le città”. L’indagine, realizzata da Italiadecide in collaborazione con Intesa Sanpaolo, ha misurato come i cittadini percepiscono le principali città italiane, non solo in termini di servizi ma anche di immagine e identità.

Il capoluogo

Tra le 10 città analizzate, Bari rappresenta la regione e lo fa con un giudizio complessivo tutt’altro che lusinghiero, classificandosi ultima. La ricerca, condotta da Makno su un campione rappresentativo, ha interrogato i cittadini su 15 indicatori chiave che vanno dalla sicurezza alla qualità dell’aria, dalla cultura ai trasporti, dal costo della vita all’accoglienza. La Puglia esce penalizzata soprattutto sul fronte dei trasporti, delle opportunità lavorative e dell’offerta culturale.

La regione è caratterizzata da un costo della vita sostenibile ma, nel complesso, appare priva di quella spinta identitaria che distingue, invece, le realtà più apprezzate come Veneto o Emilia Romagna. Emerge, insomma, una regione che funziona ma non entusiasma, che rassicura ma non coinvolge. Non è un caso che tra i punti deboli indicati dai cittadini ci sia anche la ridotta presenza di infrastrutture tecnologiche.

Il giudizio interno

L’idea diffusa è quella di un territorio poco stimolante, che non riesce a trasmettere un’immagine forte e moderna di sé, né all’interno né all’esterno dei confini regionale. Un dato ancora più significativo, se si considera che il giudizio espresso dai pugliesi stessi, è persino più basso della percezione esterna, ovvero di come la Puglia rappresenta simbolicamente l’Italia nel contesto nazionale: 5,92 su 10, comunque lontano dai punteggi di altre regioni come, ad esempio, il Lazio. Tuttavia, il rapporto non è tutto negativo. Il territorio regionale ottiene valutazioni sopra la media per la qualità dell’aria, la gastronomia locale, la socialità e l’accoglienza turistica.

La crescita

In altre parole, i residenti considerano la Puglia un territorio con margini di crescita, nonostante le criticità. Segnali incoraggianti che delineano una regione che ha gettato basi solide sul piano dei servizi, ma che fatica ancora a costruirsi una reputazione narrativa e simbolica. In un contesto in cui le città non sono solo spazi fisici ma anche marchi identitari e strumenti di attrazione, la reputazione urbana diventa una leva strategica.

E il caso pugliese lo dimostra: con una rete di servizi da potenziare e senza certezze né prospettive occupazionali, anche una regione ben organizzata rischia di restare ai margini dell’immaginario collettivo. Perché, oggi più che mai, la reputazione non si eredita: si costruisce.

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