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In Puglia è “guerra” sui dehors: Federalberghi ora chiede regole uguali per tutti

La proroga fino al 2027 offrirebbe tempo al governo nazionale per un riordino complessivo, ma rinvia anche il confronto sul decoro urbano. Nel frattempo, la Puglia vive la sua personale guerra dei dehors: tra chi rivendica il diritto al commercio all’aperto e chi difende il diritto alla città. Nel mezzo si colloca Federalberghi, che chiede…
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La proroga fino al 2027 offrirebbe tempo al governo nazionale per un riordino complessivo, ma rinvia anche il confronto sul decoro urbano. Nel frattempo, la Puglia vive la sua personale guerra dei dehors: tra chi rivendica il diritto al commercio all’aperto e chi difende il diritto alla città. Nel mezzo si colloca Federalberghi, che chiede una formulazione più equilibrata della norma per evitare le discriminazioni già viste in pandemia, quando solo alcune imprese hanno potuto sfruttare la procedura semplificata per installare dehors e garantire il distanziamento. «Le regole devono essere uguali per tutti, non si possono fare preferenze», avverte Francesco Caizzi, presidente di Federalberghi Puglia e vicepresidente nazionale.

La prospettiva

Da eccezione a regola. Almeno fino ai primi sei mesi del 2027. Le autorizzazioni semplificate per i dehors, con tavolini, sedie e ombrelloni su marciapiedi e piazze, introdotte nel 2020 per aiutare bar e ristoranti durante l’emergenza sanitaria del Covid, resteranno in vigore almeno fino al 30 giugno 2027. L’emendamento al disegno di legge “Semplificazioni” andrà in votazione oggi e prevede di prolungare di un anno e mezzo il regime light, rinviando ancora una volta il riordino della materia e offrendo agli esercenti vantaggi ma accendendo anche nuove tensioni.

Sui territori

In Puglia, molti dehors ridisegnano marciapiedi e piazze. Residenti e comitati civici denunciano spesso invasioni di tavolini e perdita di parcheggi, mentre i ristoratori difendono un’opportunità di lavoro e fatturato ormai essenziale. Per ottenere l’autorizzazione, pur semplificata, occorre presentare domanda allo Sportello unico per le attività produttive del Comune con planimetrie, fotografie e, in zone vincolate, il parere della Soprintendenza. I tempi medi vanno da 30 a 60 giorni, ma l’iter snello consente a molti di ampliare i coperti senza ostacoli.

Solo chi si affaccia su monumenti di «valore identitario eccezionale» deve attendere un’autorizzazione paesaggistica specifica. Il fronte economico alimenta la disputa: il canone unico patrimoniale varia da città a città e può arrivare fino a 200 euro al metro quadro l’anno nella Bat, mentre a Bari una pedana di 20 metri quadri in pieno centro può costare quasi duemila euro. Cifre che molti esercenti considerano comunque sostenibili grazie all’aumento di incassi e alla maggiore visibilità turistica.

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