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Grano, produzione in aumento in Puglia ma il prezzo è in caduta libera: «Situazione preoccupante»

La produzione di grano duro in Puglia è in netta crescita, eppure i produttori affondano. I numeri parlano chiaro: nelle ultime settimane, il prezzo del grano ha subito un’ulteriore flessione di 5 euro a tonnellata alla Borsa Merci di Foggia, scendendo a livelli che mettono in ginocchio il comparto cerealicolo locale. L’allarme È Coldiretti Puglia…
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La produzione di grano duro in Puglia è in netta crescita, eppure i produttori affondano. I numeri parlano chiaro: nelle ultime settimane, il prezzo del grano ha subito un’ulteriore flessione di 5 euro a tonnellata alla Borsa Merci di Foggia, scendendo a livelli che mettono in ginocchio il comparto cerealicolo locale.

L’allarme

È Coldiretti Puglia a lanciare l’allarme e a chiedere l’intervento urgente della Regione. «La situazione è preoccupante – dice Alfonso Cavallo, presidente regionale – il settore è colpito dalla siccità e da eventi climatici estremi, ma il vero nodo è il prezzo del grano, eroso da importazioni incontrollate e dalla scarsa valorizzazione del nostro prodotto». A rincarare la dose è il direttore regionale Pietro Piccioni, che punta il dito contro i flussi massicci di grano straniero che invadono il mercato in coincidenza con la raccolta italiana, facendo crollare le quotazioni.

La produzione

Eppure, le prime stime sulla produzione raccontano un altro scenario: stando ai dati presentati durante i Durum Days 2025 a Foggia, la produzione nazionale di grano duro per l’annata 2024-2025 dovrebbe superare i 4,2 milioni di tonnellate, con un incremento del 20% rispetto all’anno precedente. Il risultato è frutto sia dell’aumento delle superfici coltivate (+9,5% per Istat), sia di condizioni climatiche favorevoli in alcune regioni, tra cui Sicilia, Basilicata e Puglia. «Se non si garantisce un prezzo equo che copra almeno i costi di produzione, il raccolto record rischia di trasformarsi in una condanna – avverte Giorgio Mercuri, presidente di Confcooperative Puglia – occorre ripensare alla filiera: il mondo della produzione e quello della trasformazione non devono scontrarsi, ma collaborare».

Le sostanze vietate

Intanto, Coldiretti continua a denunciare l’utilizzo di sostanze vietate in Europa nella coltivazione del grano turco, e chiede controlli più rigorosi sui porti italiani. A fronte di un mercato globale in lieve calo produttivo (Canada -7%, Stati Uniti -9%, Messico -78%), l’Europa dovrebbe approfittare dell’aumento interno per rafforzare la propria indipendenza, ma senza strumenti di tutela adeguati, i benefici rischiano di sfumare. Secondo Coldiretti, servirebbe, quindi, promuovere accordi di filiera che fissino obiettivi qualitativi e quantitativi chiari, e prezzi minimi garantiti, come previsto dalla normativa contro le pratiche sleali. In questa direzione si muove il progetto “Grano.it”, sostenuto dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che mira a digitalizzare la filiera cerealicola con strumenti predittivi per ottimizzare produzione e qualità.

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