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La nuova Giunta regionale: nel Pd si apre il fronte di chi vuole una delegazione trattante

Chi deciderà davvero la squadra della nuova giunta regionale? È la domanda che ha iniziato a circolare con insistenza nel Partito Democratico pugliese, all’indomani del successo del 23-24 novembre. Un successo che, con il suo quasi 26%, ha consacrato il Pd della Puglia come primo partito dell’intera coalizione e primo anche nel confronto nazionale. Una…
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Chi deciderà davvero la squadra della nuova giunta regionale? È la domanda che ha iniziato a circolare con insistenza nel Partito Democratico pugliese, all’indomani del successo del 23-24 novembre. Un successo che, con il suo quasi 26%, ha consacrato il Pd della Puglia come primo partito dell’intera coalizione e primo anche nel confronto nazionale. Una forza che ora pretende di pesare nella definizione dell’esecutivo guidato da Antonio Decaro.

Il tema approderà probabilmente nella direzione regionale del 13 dicembre, convocata dal segretario, Domenico De Santis. Sarà quella la sede in cui il partito proverà a definire il proprio ruolo nelle consultazioni per il varo della nuova giunta. Anche perché, nel frattempo, è mutato il quadro politico complessivo: il civismo pugliese si è sgonfiato, uno dopo l’altro. La lista «Con» sparita, «Avanti Popolari» cancellata dalla soglia ammazza-partitini, «Per la Puglia» ridimensionata.

E la stessa lista «Decaro Presidente», pur forte del nome, non ha dietro un movimento civico strutturato. Risultato: i partiti tornano al centro del gioco, e il Pd rivendica la leadership. Ma c’è un nodo tutto politico: Decaro è un «sindaco prestato alla Regione», ma soprattutto è un iscritto Pd. E questo, secondo diversi dirigenti, rende complicata la promessa di terzietà verso gli alleati.

Da qui la domanda cruciale: la giunta sarà frutto di una scelta personale del governatore o di un confronto vero con la coalizione? In via Re David circola un’ipotesi: creare una delegazione trattante del Pd, rappresentativa di tutte le sensibilità interne – anche della minoranza – incaricata di trattare direttamente con Decaro e con gli altri partiti. Una delegazione che dovrebbe esprimersi anche sul «caso Emiliano», dopo gli accordi di agosto che ipotizzavano un suo rientro in giunta come assessore esterno. Insomma: consultazioni vere, con proposte, veti, equilibri politici e liste di nomi.

Ma è davvero questo lo scenario? La memoria politica pugliese suggerisce prudenza: nelle ultime legislature, le scelte decisive venivano prese in una stanza ristretta, ben lontana da assemblee e direzioni. Un «caminetto» capace di blindare la partita, lasciando ai partiti solo l’annuncio finale.De Santis, che sarà anche consigliere regionale eletto nella Bat, non si scopre: «Il confronto sull’esecutivo non è ancora aperto. Come ha detto il governatore Decaro, prima bisogna attendere la proclamazione degli eletti da parte della Corte d’Appello. Dopo di che si avvierà una discussione chiara e trasparente, che tenga insieme risultati elettorali, competenze e parità di genere». Tradotto: il dossier è congelato, ma le manovre sono già iniziate. La domanda resta sospesa: discussione collegiale o decisione solitaria? Per ora, l’unica certezza è l’attesa. Ma nei corridoi del Pd pugliese la posta in gioco è già altissima.

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