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Favori in cambio di voti, Delli Noci rischia i domiciliari: l’inchiesta della Procura di Lecce

Il politico, i ricchi imprenditori e il faccendiere. Nel più classico dei triangoli affaristici si consuma, negli ultimi dieci anni, il nuovo scandalo corruttivo. È quello che sostengono i pm della Procura di Lecce Massimiliano Carducci e Alessandro Prontera che hanno chiesto al gip salentino, Angelo Zizzari, 11 misure cautelari (di cui una in carcere e sei ai domiciliari) nei confronti di altrettante persone tra le quali l’ex vicesindaco di Lecce e attuale assessore regionale alle Attività produttive, Alessandro Delli Noci, 42 anni (lista civica Con). Gli interrogatori preventivi si terranno il 12 giugno.

L’inchiesta

Secondo quanto accertato dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria del Comando provinciale di Lecce (diretti dal colonnello Giulio Leo) nel decennio si sarebbe consolidato un sistema di favori ai danni degli enti pubblici, grazie a strategie finalizzate mirate a condizionare l’azione amministrativa del Comune di Lecce, di Surbo, Gallipoli e della Regione Puglia, ma anche e soprattutto le elezioni regionali del 2020.

I personaggi

Al centro del sistema, che avrebbe consentito agli imprenditori ‘amici’ di conseguire importanti commesse soprattutto nel settore turistico-alberghiero salentino, ci sarebbe stato appunto l’assessore regionale alle Attività Produttive Alessandro Delli Noci, per il quale i pm hanno chiesto gli arresti domiciliari, gli imprenditori Alfredo Barone (la Procura per lui ha chiesto il carcere) e l’83enne Marino Congedo, e come trait d’union l’ingegnere 52enne barese Maurizio Laforgia.

Le accuse

Le indagini avrebbero provato l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta e frode nei finanziamenti pubblici dei Programmi Integrati di Agevolazione (PIA), strumenti messi a disposizione dalla Regione Puglia per incentivare gli investimenti di piccole e medie imprese. Ma non solo: un pulviscolo di altre accuse (reati fiscali, corruzione tra privati, reimpiego fraudolento di beni, riciclaggio e autoriciclaggio) sono contestati ad altri indagati (in tutto sono 30), tra esponenti della politica locale salentina, funzionari e imprenditori. L’accusa di traffico di influenze illecite (la vecchia corruzione tra privati) è stata formulataper il fratello dell’ex assessora all’Urbanistica di Lecce, Rita Miglietta, Marco.

Il sistema

Come già svelato in altre inchieste, il modus operandi era incentrato su uno scambio proficuo di favori: da una parte le agevolazioni sulla realizzazione di hotel e resort di lusso messe in atto da Delli Noci in favore dei due imprenditori, dall’altra il loro sostegno elettorale al politico in occasione delle regionali del 2020, e assunzioni di persone a lui vicine, potenziale bacino di voti.

Ma non solo: nelle oltre mille pagine di richiesta di misure cautelari, firmata dai due pm, c’è anche la questione dei finanziamenti Pia per la masseria di Ugento dell’imprenditore barese Vittorio Andidero, al centro di un’inchiesta della Procura di Bari e destinataria di quei finanziamenti. Ma Delli Noci e gli altri, con il potente intervento di Laforgia (che avrebbe mobilitato anche suo padre) avrebbero pilotato i finanziamenti alle società di Barone e di Marino Congedo per oltre 15 milioni di euro. Questione nella quale Puglia Sviluppo, erogatrice dei fondi Pia, è parte offesa.

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