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Due lupi immortalati tra le bellezze del parco di Alta Murgia

Sulle tracce dei lupi del Parco dell’Alta Murgia. A seguirli, da tempo, è Francesco Bernardi, un ruvese di 35 anni che ama ritrarli durante i loro spostamenti nel territorio del parco pugliese. E pochi giorni fa, ne ha incontrati due esemplari, riuscendo a «catturarli» in alcune foto. Gli scatti sono stati fatti in una zona…
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Sulle tracce dei lupi del Parco dell’Alta Murgia. A seguirli, da tempo, è Francesco Bernardi, un ruvese di 35 anni che ama ritrarli durante i loro spostamenti nel territorio del parco pugliese. E pochi giorni fa, ne ha incontrati due esemplari, riuscendo a «catturarli» in alcune foto. Gli scatti sono stati fatti in una zona non precisata del Parco dell’Alta Murgia. Un grande parco di 68.000 ettari, di cui fa parte anche Ruvo di Puglia, ed in cui tra paesaggi variopinti, architetture millenarie, colline e grotte, è custodito il profondo legame tra l’uomo e la terra. «Incontrare un lupo non è facile, se poi ne incontri due l’emozione è indescrivibile – ha commentato Francesco Bernardi, che per tutelare i due esemplari fotografati non ci svela il luogo dove è avvenuto l’incontro con i due lupi. Specie protetta dal 1971 e tutelata dal 1992, i lupi ci sono sempre stati nel territorio murgiano, tant’è che i proprietari di masserie sistemavano pietre appuntite “paralupo” sui muretti a secco di recinzione per difendere loro e gli animali da eventuali attacchi. Vivono in branchi ed escono al tramonto alla ricerca di cibo. Fotografati dalle fototrappole Ispra, nel territorio del parco dell’Alta Murgia si registra attualmente la presenza di tre branchi di lupi, composti da due adulti e tre o quattro cuccioli, per un totale di venti famiglie in tutta la regione. Si cibano di cinghiali, di cui la zona murgiana è piena, e solo in casi estremi attaccano pecore e capre delle masserie.

Grazie ad un loro monitoraggio, in atto dallo scorso mese di aprile da parte di volontari e carabinieri forestali, dai loro escrementi, avvolti in setole di cinghiali, viene estratto il Dna per risalire al loro sesso ed alla loro specie. Nel parco nazionale dell’Alta Murgia sono state, inoltre, attivate tutte le misure di contenimento dagli eventuali attacchi dei lupi. Le aziende sono state dotate di pastori maremmani, facendo registrare una riduzione dei danni che subivano in passato durante gli attacchi dei lupi, che vengono tutelati poiché hanno un ruolo ecologico molto importante nella difesa dell’ecosistema. «Oltre al monitoraggio dei lupi – ci spiega il presidente del parco dell’Alta Murgia Francesco Tarantini – sono in corso anche le rilevazioni di pipistrelli ed api, nell’ambito dell’attuazione della biodiversità. Studiate dal Dipartimento di Biologia dell’università di Firenze anche le farfalle, che sono più di sessanta specie. Presto – conclude Tarantini – avremo i risultati del monitoraggio dei lupi».

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