Una nuova forma di bellezza che attraversa i vicoli della Puglia, fatta di filo, pazienza e memoria. Si tratta di centrini e merletti ricamati a mano, appesi tra i balconi, agli angoli delle finestre o sospesi come bandiere leggere tra una casa e l’altra. Una forma di arte spontanea e popolare che, da Locorotondo a Mattinata, ha conquistato lo sguardo dei turisti e la ribalta dei social.
Le origini
Nata in modo quasi informale, come gesto collettivo per decorare i paesi durante feste e ricorrenze locali, questa tendenza si è trasformata in una vera e propria attrazione turistica. I centrini ricamati, realizzati spesso dalle ricamatrici del posto, anziane custodi di un sapere antico, vengono appesi lungo le vie più caratteristiche, creando un’atmosfera sospesa, intima e fiabesca. «È come camminare dentro una poesia – racconta Marta Silva, fotografa portoghese in vacanza a Cisternino – Ho scoperto per caso questa tradizione mentre cercavo scorci da fotografare. Vedere quei piccoli merletti ondeggiare al vento mi ha fatto rallentare. Ho scattato tantissimo, ma soprattutto mi sono fermata a osservare».
L’effetto
Ogni merletto è un piccolo capolavoro di artigianato, con disegni floreali, motivi geometrici o semplici trame decorative che raccontano una femminilità antica e resistente. L’effetto visivo è incantevole: una galleria d’arte a cielo aperto, dove la bellezza si manifesta nei dettagli, nel gesto lento del ricamo, nella scelta del bianco o dell’avorio come colore dominante, nel contrasto con il cielo azzurro della Puglia. Molti di questi centrini provengono direttamente dalle case private: vecchi cassetti rispolverati, doti di famiglia, regali di nozze trasformati in ornamento urbano. Nessun oggetto nuovo, ma una seconda vita per creazioni che rischiavano l’oblio. I ricami, appesi con fili invisibili o fissati su piccole strutture di legno o ferro, galleggiano nell’aria, spesso accompagnati da cartelli che raccontano il nome della ricamatrice o la storia dell’oggetto.
I turisti incantati
Per i turisti, l’esperienza è unica. «È tutto così autentico – evidenzia Marta Silva – ogni angolo sembra fatto per essere fotografato, ma anche per essere vissuto». Nei borghi coinvolti si è sviluppata una forma di turismo di qualità: i visitatori si muovono a piedi, fotografano, chiedono informazioni e si fermano persino a chiacchierare con i residenti. Alcuni centri hanno iniziato a organizzare vere e proprie passeggiate del ricamo, con mappe che indicano i punti più belli dove osservare queste decorazioni sospese.
Il contesto
In un momento in cui la ricerca dell’autenticità è diventata la nuova frontiera del viaggio, il ricamo urbano pugliese si afferma, quindi, come simbolo di resistenza creativa. Un’arte povera solo nei materiali, ma ricchissima di significato, che parla di identità, di comunità, di bellezza quotidiana e che, con la leggerezza di un centrino sospeso al vento, sta conquistando cuori (e fotocamere) da tutto il mondo.