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Caos treni in Puglia, Alberto Viti (lavoratore fuori sede): «Tornare è stata un’odissea. È scoraggiante» – L’INTERVISTA

«È scoraggiante pensare che in Italia non si riesca a fronteggiare un incidente simile senza causare due giorni di disagi ai viaggiatori». Alberto Viti, lavoratore fuori sede a Milano, è reduce da un ritardo di oltre cinque ore sull’Intercity 756 Milano-Lecce, partito dal capoluogo Lombardo nella serata di giovedì e approdato a Bari solo in…
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«È scoraggiante pensare che in Italia non si riesca a fronteggiare un incidente simile senza causare due giorni di disagi ai viaggiatori». Alberto Viti, lavoratore fuori sede a Milano, è reduce da un ritardo di oltre cinque ore sull’Intercity 756 Milano-Lecce, partito dal capoluogo Lombardo nella serata di giovedì e approdato a Bari solo in tarda mattinata. Una vera e propria odissea condivisa con decine di altri pendolari.

Come è iniziata questa odissea?

«Siamo partiti la sera prima da Milano, già sapendo che c’era stato l’investimento del gregge tra Incoronata e Orta Nova nel pomeriggio, con i treni già in ritardo. Trenitalia sapeva benissimo della presenza del disservizio sulla linea e che decine di convogli erano in coda, o soppressi. La sensazione a bordo tra noi passeggeri era che sperassero che la cosa andasse scemando da sola. Ovviamente non è stato così».

Quali sono stati i maggiori disagi che avete vissuto a bordo?

«Fino a Termoli abbiamo viaggiato addirittura in orario. Poi lì ci siamo fermati per due ore. La gente si è lamentata soprattutto perché in questo lasso di tempo non hanno dato la possibilità a nessuno di scendere. E che non sia stata offerta nessuna alternativa al disagio. Per noi non è stato messo a disposizione nessun autobus sostitutivo, solo chi doveva fermarsi a Foggia è stato fatto scendere a Termoli ed è stato accompagnato in stazione con un bus sostitutivo, tutti gli altri sono rimasti a bordo senza nemmeno delle informazioni precise. In generale è stato abbastanza frustrante dato che viaggiavamo dalla sera prima. Sul sito di Trenitalia, poi, il motivo del ritardo è sempre stato attribuito all’investimento di un animale avvenuto all’ora di pranzo di giovedì. Dopo è cambiato diventando un generico “guasto sulla linea” e ancora un “guasto alla linea aerea. A bordo abbiamo pensato che dalla cabina di controllo non riuscissero nemmeno più a monitorare in tempo reale la situazione, per questo siamo rimasti fermi per ore. La gente si è innervosita parecchio e in tanti hanno perso le coincidenze in altre stazioni o sono stati costretti a organizzarsi in altro modo. Ci hanno offerto acqua e snack nell’attesa ma è stato abbastanza inutile».

Non è la prima volta che succede. Considerazioni?

«C’è evidentemente un serio problema infrastrutturale che evidenzia il grande divario tra Nord e Sud. Di fonte alle emergenze i nostri trasporti non sono in grado di reagire, anche considerando il fatto che in Puglia il binario per arrivare a Lecce dal Nord sia solo uno. E il tutto diventa ancora più ridicolo se si pensa che il prezzo dei biglietti in questo momento non è basso. Io questo viaggio l’ho comunque pagato quasi 100 euro e solo perché l’ho preso in anticipo».

Vi hanno assicurato il rimborso?

«Fortunatamente si. Hanno già detto che ci rimborseranno al 100% il costo del biglietto. Anche se solitamente in questi casi non è previsto».

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