In un’estate segnata dalle temperature record, le coste pugliesi devono fare i conti con le meduse e l’alga tossica Ostreopsis ovata. Un fenomeno che, seppur sotto controllo, è monitorato con crescente attenzione dall’Arpa Puglia, che lancia un chiaro segnale d’allerta: i cambiamenti climatici stanno modificando l’ecosistema marino e i loro effetti sono già sotto gli occhi di tutti.
L’alga tossica
Le alte temperature e il mare sempre più caldo hanno creato un habitat ideale per la fioritura della Ostreopsis, una microalga tropicale che da oltre vent’anni ha colonizzato le coste mediterranee, probabilmente introdotta attraverso le acque di zavorra delle navi. E così, adesso, si ripresenta puntuale ogni estate, proliferando in presenza di alte temperature, mare calmo e intensa irradiazione solare.
Le ultime analisi dell’Arpa rivelano concentrazioni rilevanti, anche se per ora nei limiti di sicurezza. A Molfetta sono state rilevate 2.080 cellule per litro, ben al di sotto della soglia di allarme fissata a 20.000. A Giovinazzo il dato è ancora più basso (1.720), così come a Santo Spirito e a San Giorgio, dove si scende a 1.000.
Anche nelle acque di Mola di Bari, zona Cozze e Monopoli i livelli sono contenuti. A Mola si è passati da un’assenza totale dell’alga a giugno a una concentrazione di 680 cellule: una crescita che merita attenzione, anche se non allarme. L’Arpa invita alla prudenza soprattutto in caso di mareggiate, quando l’alga può essere dispersa nell’aria sotto forma di aerosol, potenzialmente irritante per le vie respiratorie. Inoltre, sconsiglia il consumo di frutti di mare pescati nei fondali rocciosi delle aree interessate, perché alcuni organismi marini possono accumulare la tossina prodotta dall’alga, simile alla pericolosa palitossina. In passato, alte concentrazioni di Ostreopsis hanno causato la morte o la sofferenza di stelle marine, ricci, granchi e molluschi.
Le meduse
Ma l’alga non è l’unico problema. Sulle coste salentine, da Santa Maria di Leuca a Tricase Porto fino a Marina di Marittima, si moltiplicano in questi giorni le segnalazioni di meduse, in particolare della Pelagia noctiluca, una delle più urticanti del Mediterraneo. La loro presenza è favorita non solo dall’innalzamento delle temperature, ma anche dalla diminuzione dei predatori naturali, come le tartarughe marine. La convivenza con questi fenomeni sembra ormai inevitabile. «Evitare il bagno in presenza di decine di esemplari è sempre consigliato», spiegano gli esperti, anche se in caso di puntura i sintomi sono generalmente lievi e trattabili.