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Potenza, l’opposizione lancia il suo “j’accuse”

All’indomani della seduta del consiglio Comunale che avrebbe dovuto sancire il rinnovo dell’Ufficio di presidenza, una scelta peraltro rimasta inevasa, l’opposizione pare non aver digerito la mancata elezione del presidente dell’assise. E non solo. Ben sette consiglieri di centrosinistra, firmatari di una nota a mezzo stampa, infatti, hanno lanciato il loro “j’accuse” nei confronti delle…
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All’indomani della seduta del consiglio Comunale che avrebbe dovuto sancire il rinnovo dell’Ufficio di presidenza, una scelta peraltro rimasta inevasa, l’opposizione pare non aver digerito la mancata elezione del presidente dell’assise. E non solo. Ben sette consiglieri di centrosinistra, firmatari di una nota a mezzo stampa, infatti, hanno lanciato il loro “j’accuse” nei confronti delle forze di maggioranza ree di «disinteresse» sulle questioni attinenti i cittadini del capoluogo ma «attente agli equilibri relativi al numero di poltrone».

Prescindendo dalla votazione che non ha raggiunto il quorum, ai consiglieri Biscaglia, Giuzio, Tramutoli, Falconeri, Flore, Pergola e Smaldone, non è andato giù l’abbandono dell’aula da parte della maggioranza che su 52 punti all’ordine del giorno ne ha discussi solo quattro. L’opposizione ha quindi posto l’attenzione su una serie di debiti fuori bilancio (12) derivanti da sentenze esecutive per una somma di circa 50mila euro.
«Si tratta – hanno sottolineato – di sentenze che scaturiscono da procedimenti processuali vinti da cittadini o attività imprenditoriali che sono state danneggiate dall’azione dell’Amministrazione e quindi vedono riconosciuto il loro diritto a un risarcimento». Per i firmatari, dunque, la mancata discussione della questione in consiglio avrebbe il sapore di una «beffa» nei confronti dei cittadini dal momento che vedrebbero rimandati i propri pagamenti «fino a quando i partiti di centrodestra non avranno regolato i conti al loro interno».
Morale della favola secondo l’opposizione: quando le Amministrazioni e gli enti pubblici reclamano quanto spetta loro di diritto lo fanno con tanto vigore, «a parti invertite questa solerzia svanisce nel nulla danneggiando i cittadini e l’immagine dell’ente ai loro occhi». Se l’assemblea è ferma, impantanata nelle sabbie mobili “dall’immobilismo” sul dialogo e quindi da un mancato confronto tra le parti, per i consiglieri di centrosinistra questa volta «lo scoglio è rappresentato dall’elezione del presidente del consiglio Comunale, una posizione di prestigio politico ed economico da circa 4mila euro mensili, che i partiti di centrodestra vanno disputandosi dal 26 dicembre 2021, perché  nessuno è disposto a “mollare l’osso”».
Nella nota i consiglieri hanno fatto rilevare come la loro sia «una linea condivisa, disponibile ad individuare con le altre forze politiche un nome che sia di alto profilo». Al contempo però non si capisce effettivamente quale sia questa linea visto e considerato, come si è evinto dallo spoglio di venerdì, che ben 10 schede erano bianche e 12 si sono perse in mille rivoli, con nomi tirati a caso non attinenti i rappresentanti dell’assemblea. Inoltre 6 erano ad appannaggio di consiglieri di centrodestra, plausibilmente non votati dall’opposizione, mentre soltanto 2 erano state le preferenze per esponenti  del centrosinistra, tra cui lo stesso Tramutoli, uno dei firmatari della nota.

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