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Regione Puglia, fumata nera sul consigliere supplente: rimandato il confronto

Fumata nera sul consigliere supplente. Il vertice di maggioranza chiamato a trovare un accordo sulla riforma che introdurrebbe la figura del «consigliere sostituto» - pronta ad approdare in Aula il 10 ottobre sotto forma di emendamento al bilancio 2026 - si è chiuso con un nulla di fatto. Un dossier destinato a far discutere, sia…
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Fumata nera sul consigliere supplente. Il vertice di maggioranza chiamato a trovare un accordo sulla riforma che introdurrebbe la figura del «consigliere sostituto» – pronta ad approdare in Aula il 10 ottobre sotto forma di emendamento al bilancio 2026 – si è chiuso con un nulla di fatto. Un dossier destinato a far discutere, sia per i tempi (arriva a legislatura scaduta, con il Consiglio in regime di prorogatio e poteri affievoliti), sia per i costi: l’operazione, infatti, potrebbe portare fino a otto seggi in più, con un esborso complessivo stimato in circa 3 milioni di euro l’anno.

Il provvedimento punta a consentire la sostituzione dei consiglieri regionali nominati assessori con i primi dei non eletti, di fatto moltiplicando le poltrone e gonfiando i costi della politica. Proprio sulla copertura finanziaria si è incagliato il confronto tra i capigruppo di maggioranza. C’è chi ha proposto di tagliare i fondi ai gruppi consiliari, ma la cifra – circa 55mila euro annui per consigliere – è fissata a livello nazionale dalla Conferenza Stato-Regioni, e dunque intoccabile. In alternativa, è stata avanzata l’ipotesi di ridurre il budget dell’Ufficio di Presidenza, destinato a iniziative culturali e rappresentanza. Un’idea che ha spaccato la maggioranza e provocato la sospensione del vertice, aggiornato di 24 ore, con una nuova proposta sul tavolo: decurtare gli stipendi dei 51 consiglieri regionali per coprire le spese dei supplenti.

Una mossa che ha sollevato l’indignazione delle opposizioni e il malumore di Assostampa, che denuncia il taglio dei fondi destinati ai collaboratori e giornalisti dei gruppi consiliari. Durissimo l’attacco di Fratelli d’Italia, che parla apertamente di «espediente elettorale» e di «riforma ad personam» per blindare seggi a rischio. A spingere, denunciano i consiglieri FdI, «sono proprio un assessore e un consigliere di province minori come Brindisi e BAT, preoccupati di non essere rieletti. A loro si è aggiunto il sostegno del cosiddetto ‘nuovo che avanza’, Antonio Decaro».

FdI smentisce inoltre il paragone con la Sicilia: «È falso dire che lì il centrodestra abbia introdotto il consigliere supplente. La Regione ha solo espresso parere favorevole a una riforma statale, che dovrà essere approvata dal Parlamento». E comunque – ricordano – «il processo è partito a metà legislatura, non a un mese e mezzo dalle elezioni». Infine, l’avvertimento ai tecnici regionali: «Le risorse dei gruppi consiliari – spiegano da FdI – sono stabilite per legge e non possono essere dirottate per pagare consiglieri trombati e ripescati, ai quali andrebbero anche indennità e contributi figurativi. Si rischia un danno erariale enorme». La partita è sempre più in bilico.

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