Gaetano Quagliariello ne ha vissute quattro di elezioni del presidente della Repubblica. Ricoprendo ruoli diversi, da quando nel 2001 era consigliere per gli affari culturali del presidente del Senato Marcello Pera. Oggi siede in Senato e fa parte del gruppo misto. Senatore, in cosa è differente questa elezione dalle precedenti?«Ognuna ha le sue caratteristiche. Questa volta c’è un Parlamento particolarmente liquido».Meno controllabile dai partiti?«Sicuramente. Ci sono due grandi schieramenti che si equivalgono e una grande terra di mezzo. Poi ci sono i grandi elettori».Schegge impazzite?«Storicamente ascoltano assai poco il parere dei partiti»Chi sarà l’uomo determinante nel trovare un accordo?«Non credo ci sarà un vero kingmaker. Pirandello direbbe uno, nessuno, centomila. In passato un ruolo di raccordo l’ha svolto il presidente del Consiglio ma Draghi non è un politico». Proprio lui, però, potrebbe mettere d’accordo quasi tutti. Sul suo nome.«Draghi è una importante risorsa per il Paese. I partiti devono porsi il tema di come salvaguardarlo, che sia a Palazzo Chigi o al Quirinale».Tra centrodestra e centrosinistra chi ha più possibilità di essere determinante?«Bisognerà trovare per forza una intesa ampia perché non penso si riuscirà ad eleggerlo con 505 voti. Al massimo possono pareggiare».Il nuovo presidente dovrà essere più arbitro, come Mattarella, o più “interventista” nella vita politica del Paese come Napolitano?«Non sono d’accordo con questa distinzione tra i due. I poteri costituzionali del presidente sono “a fisarmonica”, nel senso che devono ampliarsi e ritrarsi in base alle situazioni. Dipende molto dalle circostanze. Napolitano fu costretto a occupare un vuoto politico».Stando ai numeri difficilmente potrà essere eletto un presidente di parte. Poche possibilità per Silvio Berlusconi?«È difficile che possa vincere il candidato di una parte. Rimane comunque il candidato più forte del centrodestra».Più di Gianni Letta?«Per lui nutro una grande stima. Sosterrei la sua candidatura ma al momento è più forte nel centrodestra quella di Berlusconi». Ieri Giuseppe Conte e Matteo Salvini si sono incontrati. Potrebbe essere proprio il leader della Lega a fare tramontare le speranze di Berlusconi?«La verità è che fino a questo momento il centrodestra non ha giocato la partita. Le cose potranno cambiare solo quando Silvio Berlusconi scioglierà la riserva».
Quagliarello: «Stimo Gianni Letta. Ora Berlusconi più forte»
di Redazione
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