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Puglia, il Pd tra Boccia commissario e un “comitato di gestione”

Francesco Boccia commissario regionale del Partito Democratico in Puglia con pieni poteri. È a questa ipotesi che starebbe lavorando la segreteria nazionale del partito per superare l’impasse pugliese. Riccardo Tramontana non è riuscito a slegare i nodi che impediscono lo svolgimento del congresso e, con le elezioni amministrative alle porte, difficilmente troverà una quadra. Tutto…
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Francesco Boccia commissario regionale del Partito Democratico in Puglia con pieni poteri.

È a questa ipotesi che starebbe lavorando la segreteria nazionale del partito per superare l’impasse pugliese. Riccardo Tramontana non è riuscito a slegare i nodi che impediscono lo svolgimento del congresso e, con le elezioni amministrative alle porte, difficilmente troverà una quadra. Tutto verrà rinviato e non è da escludere che il nuovo commissariamento, a questo punto non limitato solo alla convocazione e al voto degli iscritti, possa arrivare fino a dopo le politiche del 2023.
A chiedere tempi certi ieri è stato il gruppo consiliare del Pd in Regione. Una riunione alla quale ha partecipato anche l’ex segretario regionale Marco Lacarra. Dal confronto sarebbe emersa anche l’ipotesi di un “comitato di gestione”, composto da esponenti pugliesi, al posto della nomina di un commissario. Un modo per evitare che a guidare il partito sia una sola persona, soprattutto se la gestione si allungherà e si dovrà affrontare il tema spinoso delle candidature al Parlamento.
I consiglieri regionali hanno sottolineato l’esigenza di una amministrazione politica del partito, per affrontare con più forza i temi posti sul tavolo di Michele Emiliano. Il gruppo, infatti, chiederà in queste ore di incontrare gli assessori Delli Noci, Piemontese e Leo per approfondire i temi caldi della verifica politica. Su tutti la pianificazione dei fondi europei, l’utilizzo delle risorse del Pnrr, l’attuazione del piano regionale dei rifiuti e le tante vertenze di lavoro aperte nelle aziende pugliesi. Verrà convocato, inoltre, anche Massimo Cassano, direttore dell’Arpal.
Già nell’ultima riunione del gruppo di due settimane fa, i consiglieri del Pd avevano puntato l’indice contro la gestione dell’ex sottosegretario di Stato, a testimonianza che anche dopo la chiusura del rimpasto in giunta le acque restano agitate. Superato lo scoglio nomine, non senza colpo ferire, i rapporti tra il Pd e Emiliano non sono ancora “fluidi”, nonostante la volontà espressa dal presidente di tesserarsi al partito. Da Roma osservano e provano a trovare una soluzione che metta tutti d’accordo. Il mandato con cui Enrico Letta mandò a Bari Riccardo Tramontana era chiaro: trovare l’intesa tra le varie anime affinché il congresso non si traducesse in una guerra. La mozione unitaria intorno a Marco Lacarra non era un dogma: andavano bene anche candidature alternative purché non di rottura radicale e “dialogante” con la Regione. Soprattutto, però, ogni partecipante alla partita doveva condividere le regole del gioco.
Tramontana ad oggi non è riuscito in questo intento conciliatorio, tant’è che non è stato ancora pubblicato neanche il regolamento per la presentazione delle candidature. A questo punto, lo stesso Enrico Letta sembra orientato a procedere verso il nuovo commissariamento, consegnando a Francesco Boccia non più un mandato parziale, finalizzato solo allo svolgimento del congresso, com’è stato per Tramontana, ma con “pieni poteri”.

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