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Ex Ilva in crisi, approvate misure urgenti: il Governo promette continuità e formazione

Tensione alle stelle negli stabilimenti ex Ilva: i lavoratori hanno trasformato la protesta in azioni dirette. Occupazioni, scioperi a oltranza e blocchi stradali segnano la fase più critica della siderurgia italiana. A Taranto e Genova le fabbriche sono presidiate dai dipendenti, che chiedono la revoca del piano industriale e garanzie sul futuro produttivo e occupazionale.…
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Tensione alle stelle negli stabilimenti ex Ilva: i lavoratori hanno trasformato la protesta in azioni dirette. Occupazioni, scioperi a oltranza e blocchi stradali segnano la fase più critica della siderurgia italiana. A Taranto e Genova le fabbriche sono presidiate dai dipendenti, che chiedono la revoca del piano industriale e garanzie sul futuro produttivo e occupazionale. Il piano attuale prevede 6mila lavoratori in cassa integrazione entro gennaio, con circa 1.000 posti a rischio solo a Genova.

I sindacati accusano il governo di voler usare la formazione come sostitutivo della cassa integrazione. Pier Paolo Bombardieri (Uil) e Michele De Palma (Fiom-Cgil) denunciano l’assenza di un piano industriale chiaro e la riduzione dei tempi per la decarbonizzazione da otto a quattro anni, senza risorse certe.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha convocato per il 28 novembre un incontro ufficiale con sindacati e enti locali, ribadendo che non è prevista alcuna chiusura e sottolineando gli investimenti sulla manutenzione degli impianti e sulla formazione per le nuove tecnologie green.

Approvato il decreto legge

Il Consiglio dei ministri si è riunito a Palazzo Chigi, verso le 17 di questo pomeriggio, ed ha approvato un decreto legge con misure urgenti per garantire la continuità degli stabilimenti Ex Ilva. Previsti nuovi fondi per la formazione e l’integrazione della cassa integrazione fino al 75%.

«Misure urgenti per assicurare la prosecuzione delle attività produttive degli stabilimenti ex Ilva, tutelare i lavoratori e riconoscere indennizzi al territorio». Lo fa sapere il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Tra le novità, spiega in una nota, «il decreto autorizza Acciaierie d’Italia spa in amministrazione straordinaria a utilizzare i 108 milioni residui del finanziamento per il ponte – risorse indispensabili per garantire la continuità degli impianti – fino a febbraio 2026, data in cui è attesa la conclusione della procedura di gara per l’individuazione dell’aggiudicatario». Altri 92 milioni del finanziamento sono già stati destinati agli interventi essenziali sugli altoforni, alle manutenzioni ordinarie e straordinarie, agli investimenti ambientali connessi alla nuova Aia e al Piano di Ripartenza.

I sindacati

Alla luce della convocazione da parte del ministro delle Imprese Aldofo Urso al Mimit, i segretari generali di Fim Fiom Uilm, Ferdinando Uliano, Michele De Palma, Rocco Palombella ribadiscono «che la ripresa del confronto sull’ex Ilva dovrà avvenire esclusivamente a Palazzo Chigi con il ritiro del piano presentato da parte del Governo». Così in una nota congiunta.

Le città coinvolte subiscono forti disagi alla viabilità: a Genova code fino a 8 km sulla A10 e rallentamenti in uscita dall’aeroporto. La vertenza ex Ilva resta centrale per il futuro della siderurgia italiana, tra tutela dei posti di lavoro, transizione green e continuità produttiva.

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