«Prodotti di qualità e lavoro etico la mia missione»

Da Angelo Sabatelli (una Stella Michelin con il suo ristorante omonimo di Putignano), a Davide Paolini (il “Gastronauta” di Radio24, giornalista e gastronomo), ad Antonello Magistà (patron e sommelier del Pashà di Conversano, una Stella Michelin), solo per citarne alcuni, la voce è unanime: Raffaele Piano, con le olive, l’olio extravergine, la pasta e la farina della sua Agricola Piano di Apricena (Foggia, www.agricolapiano.com) è un’indiscussa eccellenza del nostro territorio. Un uomo che ha fatto dell’alta qualità e dell’etica del lavoro la sua missione, che di anno in anno gli permette di continuare a conquistare premi e riconoscimenti prestigiosi, come l’ultimo di Assam Marche della fine del 2021.

Raffaele Piano, un premio anche e nonostante l’anno terribile del Covid?
«Forse poco conosciuto ma uno di quelli a cui tengo di più e uno dei pochi a cui ancora partecipo: non ci sono primi posti da conquistare ma è il riconoscimento se si è prodotto un olio eccellente oppure no. L’anno scorso è stato tremendo, la qualità delle olive è inferiore rispetto all’anno precedente, ed essere riusciti a farcela, per l’ennesima volta, alle stesse condizioni di partenza degli altri, è una grande soddisfazione».
Come mai questa selezione sui concorsi?
«I miei prodotti sono la conseguenza di quello che penso e sono, del mio modo di fare agricoltura. Ai concorsi, soprattutto quelli dedicati all’olio, partecipano microaziende come la mia e grandi aziende. Se io vinco un premio, lo vince tutto il lotto e la produzione dell’annata da cui proviene la bottiglia che ho presentato; i grandi frantoiani, invece, hanno il prodotto che mandano al concorso e poi tanti altri che nulla hanno a che vedere con quello in gara. Questo le persone non lo sanno e a me non piace».
Qual è il suo modo di fare agricoltura?
«Un modo in cui l’etica fa da cardine, rispettoso della natura e delle persone, utilizzando metodi di agricoltura biologica e integrata, tutelando le varietà autoctone e le diversità biologiche; rispettando il lavoro altrui pagando il giusto compenso a collaboratori e fornitori, anche il 100% in più rispetto ai prezzi del mercato; e producendo alimenti sani. Da quando ho rilevato l’azienda di papà, mancato nel 2005, ho avuto tutto ben chiaro: voler fare prodotti di estrema qualità, senza sfruttare niente e nessuno ma valorizzando tutto e tutti, sempre con massima onestà, perché i primi conti li faccio con la mia coscienza».
Questo in cosa si traduce?
«In un’azienda agricola che trasforma e vende in filiera corta tutto ciò che produciamo in campo; in un contatto diretto con le persone che amano il cibo sano e naturale, garantendo loro il massimo della qualità: olio extravergine di oliva da mono varietale Peranzana, riconosciuto tra i migliori in Italia; olive Peranzana in acqua di mare, sono l’unico al mondo a produrle con questo metodo antico ricevendo numerosi premi; farine e semole naturali con germe di grano vivo; e pasta artigianale».
Ma la strada è stata lunga.
«Il primo anno abbiamo venduto 8 bottiglie, per qualche anno le spese sono state di molto superiori ai guadagni. Era frustrante, lo facevo più per dovere che perché ci credessi sul serio. Poi, quando ho preso tutto a cuore, ho studiato, ho imparato tutto il possibile seguendo ogni corso immaginabile e ho messo a frutto la mia esperienza pregressa, 27 anni nel commerciale. Poi è arrivato il grano e con lui la produzione di farina e pasta, ne ho fatto il mio core business e oggi è linea più venduta. Ho preso quello che di buono vedevo nel mondo del vino e l’ho adatto all’olio, un mondo in cui c’è ancora poca cultura e attenzione (incontro tutt’ora persone che non conoscono la differenza fra olio di oliva, sostanzialmente chimico, e olio extravergine). E ho investito tanto sul marketing: oggi le nostre bottiglie di olio sono personalizzabili in serigrafia, anche con la collaborazione di grandi artisti locali; la linea extra lusso prevede anche oro, platino e pietre preziose».
Quello che le piace meno del suo lavoro?
«Alcune persone che mi vedono come un ingenuo perché riconosco al lavoro altrui un valore superiore ai prezzi di mercato, non capiscono perché lo faccia: è tutto nelle parole di mio padre “non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te”. Tempo fa qualcuno mi ha fatto notare che la mia è un’impresa etica, ne vado fiero».
E cosa le piace di più?
«È un lavoro che mi permette di creare e mi dà la libertà di gestire la mia vita: solo così mi ricarico di passione da reinvestire in azienda e famiglia».

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