«Come tutti i governi italiani, siamo amici di Israele. Io sono stato il primo a prendere le distanze dalle azioni di Netanyahu. Considero terminate da mesi le ragioni delle operazioni a Gaza, dal punto di vista degli obiettivi militari. Da quel momento, ogni azione militare non ha logica, né giustificazione, perché mette in pericolo i civili. Netanyahu continua negli attacchi, per me è una scelta totalmente sbagliata e controproducente. Benzina per chi vuole distruggere Israele perché alimenta una spirale d’odio». Così il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervistato da Repubblica.
«Hamas – aggiunge il ministro – va combattuta e distrutta. Estirpata da quella terra. Ma non ha più senso farlo con i metodi militari, adesso: ne servono altri. La comunità internazionale non può più accettare che ci siano vittime civili, donne e bambini: non sono danni collaterali tollerabili, questo Israele lo deve capire. Quanto alla tregua: Hamas fa così perché non è interessata alle vittime. Sfrutta bombe e fame per reclutare».
Alla domanda se l’Italia sia pronta a non rinnovare la cooperazione militare con Israele e a riconoscere la Palestina, come ha fatto la Francia, Crosetto risponde: «Quell’accordo scade tra un anno, ma in ogni caso dal 7 ottobre già abbiamo interrotto ogni nuova fornitura militare. Quanto alla decisione francese – prosegue -: siamo antichi sostenitori della risoluzione Onu per i “due popoli, due Stati”».
Sul 7 giugno, giorno della piazza per Gaza, Crosetto ammette che «non avrei difficoltà ad andarci. Per manifestare per ogni civile, donna o bambino ucciso a Gaza. Se andassi, però, vedrebbe il grado di tolleranza della piazza…». Per il ministro della Difesa «metà» dei partecipanti, «sedicenti pacifisti, saranno lì solo per alimentare l’odio contro il governo e contro alcune persone fisiche. In primis Meloni, Tajani e Crosetto».