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Matera accoglie don Ben, il vescovo dei poveri: «Al servizio della gente»

Al via il ministero episcopale di sua eccellenza Monsignor Benoni Ambarus, arcivescovo di Matera-Irsina e vescovo di Tricarico. La cerimonia di insediamento si è svolta ieri nella città dei Sassi, gremita e blindata. Il vescovo è stato accolto in Piazza Duomo, allestita con 400 posti a sedere e maxi-schermo. La concelebrazione eucaristica si è tenuta…
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Al via il ministero episcopale di sua eccellenza Monsignor Benoni Ambarus, arcivescovo di Matera-Irsina e vescovo di Tricarico. La cerimonia di insediamento si è svolta ieri nella città dei Sassi, gremita e blindata. Il vescovo è stato accolto in Piazza Duomo, allestita con 400 posti a sedere e maxi-schermo. La concelebrazione eucaristica si è tenuta nella cattedrale. A dare il benvenuto a nome della città, dei sindaci dell’Arcidiocesi e delle autorità il sindaco Antonio Nicoletti. Oggi l’ingresso nella Diocesi di Tricarico.

Il nuovo capitolo

Si apre un nuovo capitolo. Grande gioia, così Matera ha accolto Monsignor Benoni. L’attesa era tanta. La comunità aspettava il suo vescovo da tempo. L’arcidiocesi di Matera-Irsina era vacante da gennaio, quando l’arcivescovo Antonio Caiazzo erastato trasferito alla guida della diocesi di Cesena-Sarsina. Nato in Romania, cittadino italiano da marzo 2025 ed ex direttore della Caritas di Roma, Ambarus è stato nominato il 18 giugno da papa Leone XIV.

Il suo impegno al fianco di poveri, senzatetto e migranti ha caratterizzato la sua lunga esperienza nella Capitale. Tanto da fargli guadagnare l’appellativo “vescovo dei poveri”. Nota la “tirata d’orecchi” nel 2023 al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, in un incontro organizzato dalla Caritas: «Bisogna smetterla di pensare che i poveri siano un’emergenza, una questione di sicurezza. Sono un dramma di cui bisogna parlare. Non hanno colpe e la politica è in ritardo di almeno 15 anni», disse.

A Matera

Ora “don Ben”, come ama essere chiamato, si occuperà di Matera. «La stavano aspettando. Siamo un popolo segnato da un forte sentimento di fede, radicato come la pietra della nostra città. Le oltre 150 chiese rupestri scavate nella roccia dai nostri antenati sono le radici della nostra cultura», queste le parole con cui Nicoletti ha accolto Monsignor Benoni, evidenziando che Matera nel 2026 sarà Capitale della cultura e del dialogo. «Presto – ha aggiunto – conoscerà la verità dei nostri quartieri, ricchi di disagio ma anche di fede e valori di vicinato tramandatici dai nostri padri».

«Il suo arrivo – ha concluso Nicoletti – è segno di rinascita e rinnovamento. Il Comune è pronto a collaborare per affrontare le sfide sociali e costruire un futuro di pace». «Entrambi – ha detto Monsignor Benoni rivolgendosi a Nicoletti, al governatore Bardi, agli assessori regionali e sindaci lucani presenti – siamo al servizio delle persone. Mi piace pensare che la città laica e quella religiosa non siano separate perché l’umano vivere è patrimonio comune”, ha concluso.

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