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Scuola e legalità a Nardò. Banzi presidio di Libera: No alla “tratta degli schiavi”

Scuola e legalità: un binomio molto forte. Parlare di giustizia a ragazzi in formazione è una vera lezione di vita. Il liceo scientifico Banzi, quest’anno, è diventato presidio di Libera e ha organizzato il corso “Libera il futuro dai soprusi”. La valenza formativa di questi incontri è legata alla conoscenza della mafia nelle sue diverse…
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Scuola e legalità: un binomio molto forte. Parlare di giustizia a ragazzi in formazione è una vera lezione di vita. Il liceo scientifico Banzi, quest’anno, è diventato presidio di Libera e ha organizzato il corso “Libera il futuro dai soprusi”. La valenza formativa di questi incontri è legata alla conoscenza della mafia nelle sue diverse forme, così da riconoscerla.

È importante ascoltare le esperienze di chi lavora per la Giustizia e per applicarla così che i giovani possano “leggere” il territorio che li circonda. È necessario impiegare sempre il cervello, agendo consapevolmente e legalmente.
Elsa Valeria Mignone, procuratore della Procura di Lecce, ha parlato esattamente di soprusi, di sfruttamento, di ingiustizie sociali. Una grande violazione dei diritti umani che da anni avviene a Nardò con il terribile fenomeno del caporalato. Una “tratta degli schiavi” a tutti gli effetti con condizioni di vita disumane.
Gli uomini che vengono “reclutati” sono stranieri in cerca di lavoro, spietatamente sfruttati in cambio di una misera sopravvivenza. Gente che arriva in Italia con la speranza di un lavoro dignitoso e che invece si ritrova all’inferno.
Bisogna rompere il silenzio, l’omertà che avvolge il territorio e far emergere i soprusi, la cattiveria, i reati. A nulla altrimenti servono tutte le leggi e i trattati che studiamo se poi nella realtà non trovano la giusta applicazione.
Il modo di dialogare della dottoressa Mignone insieme ai ragazzi ha fatto capire a tutti che lei svolge il suo lavoro con passione. Una donna da ammirare, che combatte in prima linea per rendere la società più giusta. Testimonianza preziosa perché vita vissuta.
Viene naturale accostare quest’esperienza alle recenti parole di Papa Francesco a “Che tempo che fa”. Tra i suoi argomenti ci sono state le migrazioni e il trattamento «criminale» dei migranti, uno dei segnali della cultura dell’indifferenza. «Un uomo ha il diritto di guardare dall’alto in basso un altro uomo solo quando lo aiuta a rialzarsi» ha detto il Papa.
E poi il suo magistrale esempio del dare: «Non basta vedere, è necessario sentire e toccare, toccare le miserie, il dolore delle persone, il tatto è il senso più pieno, la realtà arriva fino al cuore».
Basterebbe più attenzione e più dedizione verso il prossimo per fare un passo in avanti verso un mondo più giusto.
*Marta Monte 4M Liceo “Banzi Bazoli”

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