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Cronaca Lecce

Sacra corona unita, i racconti del pentito Stella: «C’è una talpa in tribunale»

Dai riti d’affiliazione celebrati nei ristoranti dell’hinterland, alle manovre per monopolizzare settori dell’economia legale, passando per talpe nel sistema giudiziario. Le dichiarazioni di Christian Stella, 30enne leccese arrestato nei due ultimi blitz antimafia in Salento, fanno tremare la criminalità organizzata, delineandone assetti, affari e dinamiche operative che si estendono ben oltre il traffico di stupefacenti.

I riti

Secondo i racconti di Stella, l’affiliazione alla Scu resta una pratica viva e con riti precisi. Il neo collaboratore racconta di essere stato affiliato nel 2021 a Marco Penza, figura apicale del clan, durante una cerimonia in un noto ristorante alle porte della città. Nello stesso rito, un avanzamento di grado per altri affiliati, a conferma di una struttura gerarchica ancora saldamente ancorata ai codici mafiosi. Nel ristorante anche riunioni operative, consegne di denaro e stupefacenti.

La talpa

Il collaboratore di giustizia ha rivelato anche l’esistenza di un informatore vicino alla cancelleria del tribunale, che avrebbe avvertito il clan dei blitz imminenti. Stella sostiene di essere stato avvisato in anticipo due volte: una da un conoscente esterno e una da un compagno di cella. Il tutto mentre, dal carcere, riusciva a mantenere contatti con l’esterno utilizzando un cellulare introdotto in modo clandestino, nascosto in pacchi alimentari troppo grandi per essere scansionati.

Il racket

Dalle dichiarazioni emergono anche i contorni di un controllo occulto su alcuni parcheggi nei lidi di San Foca e Roca. In particolare, durante eventi e serate estive, il clan imponeva la propria gestione in modo tacito ma perentorio: bastava la presenza di uomini vicini al gruppo per scoraggiare qualsiasi iniziativa autonoma da parte dei titolari degli stabilimenti. Tra le attività più redditizie anche il controllo del settore degli oli esausti attraverso la società “Barone” di Matino. I proventi venivano poi reinvestiti in attività di ristorazione o negozi.

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