«La chiesa di Lecce ha una bellissima tradizione nella quale io mi inserisco e che intendo innanzitutto custodire e poi promuovere, perché le nuove povertà richiedono uno sforzo di discernimento, uno sforzo importante anche di risorse». Parole che rivelano un approccio improntato alla continuità, ma anche al rilancio, con uno sguardo attento alle fragilità contemporanee, quelle pronunciate da mons. Angelo Panzetta, arcivescovo di Lecce, incontrando la stampa il giorno dopo il suo insediamento. «Ho trovato tanta strada già fatta a tutti i livelli, ma soprattutto nella carità», ha aggiunto.
Le linee guida
Tra i temi toccati dal vescovo emerge con forza quello della corresponsabilità ecclesiale, maturata alla luce del Concilio Vaticano II. «L’idea di Chiesa che è maturata è quella di una corresponsabilità differenziata: tutti i battezzati sono corresponsabili della Chiesa». Un messaggio che richiama ciascun fedele al proprio ruolo attivo nella costruzione della comunità. Proprio in quest’ottica, l’arcivescovo ha richiamato l’importanza del cammino sinodale: «La chiesa di Lecce lo ha già vissuto e lo sta ancora vivendo. Uno dei frutti più importanti è l’elaborazione di un progetto unificante. Ci sono tante belle individualità, persone che lavorano seriamente, ma questa orchestra ha bisogno di uno spartito comune».
Le attenzioni
A preoccupare il presule è anche il calo delle vocazioni e, ancor più, la riduzione dei matrimoni religiosi. «I religiosi e le religiose sono in diminuzione, come nel resto d’Italia. Ma è il tasso di nuzialità che preoccupa: coloro che chiedono il sacramento del matrimonio diminuiscono». Nel suo messaggio, mons. Panzetta non ha mancato di soffermarsi sul tema della speranza, intesa come tratto comune dell’umanità e come segno distintivo della fede cristiana. «La speranza non è un patrimonio solo dei cristiani». Guardando al suo primo periodo a Lecce, vissuto come vescovo coadiutore, Panzetta ha espresso gratitudine per l’ascolto e l’incontro con la comunità: «Ho potuto parlare con tante persone, guardare con lo sguardo di chi entra da fuori. Adesso, con la conoscenza acquisita e quella che maturerà, mi sento pronto ad avviare quel discernimento necessario per le scelte importanti».