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Lecce, chiusa l’inchiesta della procura: «Clima di terrore. Casa famiglia come un lager»

Per anni avrebbero vissuto in condizioni di degrado e abusi all’interno di una casa famiglia. Si tratta di ragazzini, di età compresa tra i 10 e i 16 anni, italiani e stranieri, affidati alla struttura per ricevere protezione e assistenza, e invece si sarebbero ritrovati immersi in un ambiente fatiscente e vessatorio. Una situazione insostenibile…

Per anni avrebbero vissuto in condizioni di degrado e abusi all’interno di una casa famiglia. Si tratta di ragazzini, di età compresa tra i 10 e i 16 anni, italiani e stranieri, affidati alla struttura per ricevere protezione e assistenza, e invece si sarebbero ritrovati immersi in un ambiente fatiscente e vessatorio. Una situazione insostenibile che, dopo l’ispezione dei carabinieri del nas agli inizi del 2023, ha portato alla chiusura del centro. Le indagini, coordinate dalla procuratrice capo della procura per i minori, hanno svelato retroscena raccapriccianti. La direttrice della struttura è ora accusata di maltrattamenti aggravati contro familiari.

Le indagini

Secondo quanto emerso, i minori avrebbero vissuto situazioni discriminati sulla base della nazionalità. Quelli definiti “vivaci”, venivano rinchiusi a chiave, nonostante le difficoltà linguistiche e i bisogni legati al loro credo religioso, come l’impossibilità di consumare determinati alimenti. I più fragili, invece, erano isolati in altre stanze, apparentemente per proteggerli. La “casa” si sarebbe presentata agli occhi degli ispettori con porte divelte, pareti imbrattate, pavimenti sporchi. D’inverno i ragazzi vivevano al freddo, con acqua calda disponibile solo per poche ore al giorno. Non ricevevano abbigliamento adeguato e dovevano provvedere da soli alla pulizia personale, degli ambienti e persino alla preparazione dei pasti, spesso subendo prevaricazioni dai più grandi.

Alcuni degli ospiti hanno riferito di un clima di terrore che regnava nella struttura. Il 16 dicembre 2022, ad esempio, un ragazzo di origini maliane fu cacciato dalla direttrice con parole dure: «tu qui così non ci resti» , «stasera te ne devi andare». Il giovane trascorse la notte con gli agenti di polizia. La pm Rosaria Petrolo ha messo nero su bianco nell’avviso di conclusione delle indagini che le condizioni vissute dai ragazzi avrebbero «minato la loro crescita psicofisica». La direttrice è difesa dall’avvocato Riccardo Giannuzzi.

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