I sindaci del Salento gioiscono per la presa di posizione dell’assessore regionale all’Ambiente, Anna Chiara Maraschio, ed esprimono soddisfazione «per la presa di posizione chiara e netta da parte del governo regionale della Puglia contro il progetto di un mega impianto eolico offshore al largo della costa Otranto-Leuca. È un primo passo importante nella grande battaglia contro questo mostro che minaccia il nostro mare e la nostra costa». In realtà l’assessore regionale e la stessa Regione non possono dire alcun no, quanto meno non ostativo, semplicemente perché la competenza a decidere è del governo. Lo chiarisce la stessa Maraschio dopo l’entusiastico comunicato stampa inviato alle redazioni dal consigliere Paolo Pagliaro, che ha preso a cuore questa battaglia per la sua terra (ma è favorevole al parco eolico off shore a Brindisi).
«Siamo contrari a qualsiasi progetto impattante sull’ambiente e sul paesaggio – spiega la Maraschio – ma la posizione della Regione resta favorevole alle energie rinnovabili. La competenza esclusiva è comunque del governo, noi possiamo solo chiedere che siano ascoltate le istanze dei territori e ovviamente vengano rispettate le regole».
Se dunque la si vede da un punto di vista politico, si può pure parlare di contrarietà, o almeno di volontà di tutelare il territorio, il paesaggio e un tratto di costa meraviglioso. Dal punto di vista tecnico-procedurale, però, le cose non sono cambiate di una virgola.
Ma i sindaci salentini sono certi «che il presidente Michele Emiliano e gli assessori competenti, Anna Grazia Maraschio e Alessandro Delli Noci, sapranno far valere con forza le ragioni della difesa del paesaggio rispetto alle scelte localizzative degli impianti da fonti rinnovabili in mare, che non sono di esclusiva competenza del governo nazionale ma devono tener conto delle indicazioni dei territori attraverso gli enti locali. Adesso ci aspettiamo che traccino linee di demarcazione nette tra le aree dove si possono impiantare parchi eolici offshore, e quelle interdette, come prevedono le linee guida per la redazione del Piano di gestione dello spazio marittimo che il governo sta preparando», e concludono dicendo che «la costa salentina non può essere sfregiata da novanta pale eoliche alte quasi trecento metri, piazzate in mare a deturpare uno dei tratti di costa più belli al mondo». Il comunicato-appello è firmato da una sfilza di sindaci e la nota di Pagliaro annuncia che altri nomi si aggiungeranno nelle prossime ore.
Ora resta da vedere cosa deciderà di fare il governo, che a causa dell’emergenza energetica dovuta alla guerra russo-ucraina sembra intenzionato ad andare avanti senza dare grande seguito e ascolto alle proteste e alle prese di posizione localistiche che hanno sempre impedito o rallentato la realizzazione di opere pubbliche importanti o strategiche per il Paese.
Proprio nel Salento, del resto, c’è un precedente importante: tutti ricordano le barricate anti Tap, i sit in e le mobilitazioni, perfino gli attacchi al cantiere (difeso dalle forze dell’ordine) per evitare quel tubo che avrebbe dovuto distruggere il territorio, il mare e gli ulivi salentini. Per fortuna è andata diversamente: gli ulivi sono stati ripiantati, il mare di Melendugno è sempre pulito (resta Bandiera blu anche quest’anno, senza alcun problema) e l’Italia può contare su forniture di gas importanti attraverso il gasdotto.










