Un intreccio di relazioni personali, pressioni politiche e atti amministrativi cuciti su misura per favorire due imprenditori locali. È questa la cornice dell’inchiesta che ha travolto Alessandro Delli Noci, attuale assessore regionale allo Sviluppo economico ed ex vicesindaco del Comune di Lecce. Questa mattina, alle 9.30, prenderanno il via gli interrogatori preventivi nei confronti delle 11 persone coinvolte nell’inchiesta.
La tesi
Secondo la procura, Delli Noci sarebbe stato il perno di un sistema consolidato volto ad agevolare Alfredo Barone e Marino Congedo, imprenditori salentini per i quali si sarebbe fatto carico di superare ogni ostacolo istituzionale. Gli investigatori parlano di un “sodalizio stabile” in grado di condizionare pratiche urbanistiche, concessioni pubbliche e pagamenti comunali. Un “centro di potere”, scrive la procura, radicato nel tempo e capace di orientare l’azione amministrativa a vantaggio di pochi, in spregio all’interesse pubblico.
I casi
Tra gli episodi più gravi contestati, ci sarebbe l’intervento diretto di Delli Noci per sbloccare la variante urbanistica che ha permesso il rilascio del permesso di costruire per il progetto “Stimmatine”. Inizialmente bocciato dalla Regione Puglia, il progetto è stato rilanciato attraverso una delibera comunale ad hoc, che ha permesso una deroga agli strumenti urbanistici. Il tutto è poi confluito in un finanziamento pubblico di 15 milioni di euro, nell’ambito del PIA Turismo regionale. Non meno rilevante è il presunto interessamento per far sbloccare un pagamento da 60mila euro da parte del Comune di Lecce a favore di una società riconducibile a uno degli imprenditori coinvolti. Un provvedimento di liquidazione che, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto origine proprio dalle pressioni esercitate dall’assessore. Altro capitolo: il progetto immobiliare in via Costadura, per il quale Delli Noci avrebbe favorito il rilascio del permesso di costruire grazie a una convenzione stipulata con l’Università del Salento, rendendo possibile la trasformazione dell’area e accelerando i tempi dell’iter. Nel mirino anche la trasformazione dei parcheggi nei pressi del supermercato Ipermac (poi Conad) in viale Japigia. Da sosta a pagamento a sosta a tempo, con Delli Noci che, secondo le carte, avrebbe ostacolato i controlli della polizia locale per evitare sanzioni ai clienti del supermercato, su richiesta esplicita dell’imprenditore Congedo.
La pista ciclabile
Uno dei passaggi chiave dell’inchiesta riguarda il progetto “Urban Fitness” con pista ciclabile in viale Papa Giovanni Paolo II. Inizialmente, il Comune aveva negato il permesso di costruire per la realizzazione di un impianto di distribuzione carburanti da parte della società riconducibile a Barone e Congedo. Ma anche in questo caso sarebbe intervenuto Delli Noci: il progetto è stato modificato con una variante in diminuzione, permettendo l’accesso all’area privata e il rilascio definitivo del permesso. Delli Noci avrebbe poi agito per ottenere la concessione di suolo pubblico in una piazzetta di via Salvemini, dove sorge un dehors annesso a un locale intestato al figlio dell’imprenditore Congedo. Inoltre, avrebbe organizzato personalmente un incontro con il sindaco di Nardò, Giuseppe Mellone, per “sollecitare la tabella commerciale” e velocizzare l’apertura di un punto vendita riconducibile a Congedo, indicando anche i nomi del personale da assumere.
I presunti benefit
In cambio di questi favori, Delli Noci avrebbe ricevuto sostegno economico indiretto tramite l’associazione “La Sveglia”, di cui è co-gestore, oltre a benefit personali: cene e pranzi gratuiti in un noto ristorante di Lecce, oltre ad altre utilità per rafforzare la sua rete di potere politico sul territorio. Le accuse a carico di Delli Noci sono pesanti: corruzione, abuso d’ufficio e associazione per delinquere. La procura parla di un sistema stabile e pervasivo, in grado di incidere sulla gestione pubblica sia a livello comunale che regionale. Per i magistrati, il ruolo dell’assessore non è stato episodico, ma costante e consapevole: una protezione politica a favore di Barone e Congedo. Viene ritenuta inadeguata qualsiasi misura cautelare diversa dagli arresti domiciliari, alla luce della capacità degli indagati di influenzare atti e testimoni, con il rischio concreto di inquinamento probatorio. La rete costruita da Delli Noci si estenderebbe a tecnici, dirigenti e altri amministratori pubblici.