Nuovo capitolo nella vicenda che ha travolto la società La Fenice, al centro di un’inchiesta che ipotizza l’impiego di olio scadente nei pasti destinati a scuole e Rsa in diversi comuni salentini.
I dipendenti hanno manifestato davanti alla sede di Galatone, esibendo cartelli e chiedendo di non essere additati come responsabili. «Siamo lavoratori, non colpevoli», il messaggio più diffuso, mentre cresce la paura per il futuro occupazionale dopo le rescissioni decise da numerose amministrazioni comunali.
Intanto da Taurisano arriva una lettera aperta delle famiglie che nei giorni scorsi avevano protestato chiedendo al Comune la rescissione del contratto. Nel testo, rivolto ai dipendenti della società, i genitori esprimono solidarietà ai lavoratori ma ribadiscono la priorità della salute dei bambini: «Non siete voi il nostro bersaglio – scrivono – ma non possiamo avere fiducia in un’azienda coinvolta in un’inchiesta simile».
Le famiglie accusano inoltre il Comune di non aver preso decisioni chiare, lasciandole senza risposte e tutele. Un appello che invita a non contrapporre lavoratori e genitori, ma a chiedere insieme soluzioni che salvaguardino sia l’occupazione sia la qualità del servizio.