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American dream in salsa pugliese: «Tra 20 anni saremo la nuova Silicon Valley»

È il giorno delle emozioni forti, dei sorrisi e delle strette di mano, del cuore che batte forte e delle foto ricordo da conservare per figli e nipoti. Perché se è vero che la quotazione in Borsa di Gelesis (impresa biotecnologica che studia le terapie del tratto gastrointestinale, e produce a Calimera pillole contro l’obesità, il…
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È il giorno delle emozioni forti, dei sorrisi e delle strette di mano, del cuore che batte forte e delle foto ricordo da conservare per figli e nipoti. Perché se è vero che la quotazione in Borsa di Gelesis (impresa biotecnologica che studia le terapie del tratto gastrointestinale, e produce a Calimera pillole contro l’obesità, il diabete e altre patologie) è avvenuta già venerdì scorso, ieri Alessandro Sannino è entrato con il suo staff a Wall Street per suonare la fatidica campanella che apre le contrattazioni. E ad attenderlo, sul muro dell’enorme palazzo in cemento, c’era un gigantesco telo riportante il nome dell’azienda nata nel lontanissimo Salento. Tra decine di messaggi augurali, qualche selfie e tante telefonate, rientrato a Boston in aereo da New York in serata, il professore-inventore trova il tempo per una intervista con “l’Edicola del Sud”.

Sarà difficile dimenticare questo giorno, vero?
«È stata una giornata fantastica. Un’emozione enorme che condivido con le tantissime persone che in questi anni hanno preso parte a questo progetto con grande entusiasmo e immensa dedizione».
Se lo sarebbe mai aspettato di arrivare fin qui?
«No, non avrei mai pensato a questo traguardo. Anche se alla partenza di questa avventura ero sicuro che avremmo fatto grandi cose, perché la nostra, da tutte e due le parti dell’Oceano, è veramente una squadra incredibile, fatta di persone molto competenti. Ed è la testimonianza del fatto che anche da noi si possono raggiungere importanti risultati».
Cosa significa per voi questa giornata?
«La campanella mi ha fatto ripensare a Michelangelo, che vedeva l’opera d’arte già nella pietra e sosteneva che bisognava “solo” togliere la parte in eccesso. Oggi abbiamo tolto solo una parte di quella pietra: l’opera d’arte si compirà quando raggiungeremo con i nostri prodotti e il nostro approccio tecnologico e innovativo le milioni di persone che soffrono di obesità e di patologie gastrointestinali»
E cosa significa per la Puglia?
«La Puglia ha creduto fin dall’inizio in questo progetto e la Regione ci ha investito tanto, ha convinto gli investitori a restare qui (vincendo la concorrenza del Quebec) a costruire e ad investire in questo territorio fantastico. Siamo la testimonianza dell’eccellente lavoro svolto in questi anni da tutte le istituzioni e dall’Università»
Quali saranno i prossimi obiettivi?
«Ora dobbiamo incominciare a vendere il nostro prodotto, non solo qui negli Stati Uniti dove siamo già sul mercato, ma anche in Europa, in Cina e nell’Asia intera. E poi andremo avanti nello sviluppo delle nuove terapie già in portafoglio. L’entusiasmo accumulato in questi giorni ci aiuterà ad andare avanti in questa storia incredibile».
Cosa consiglierebbe a tutti i giovani che, magari tra qualche dubbio, stanno pensando di avviare una loro startup in Puglia?
«Io dico una sola cosa a tutti quelli che ci vogliono provare: andate avanti, non vi spaventate, continuate a perseguire i vostri obiettivi, qualunque essi siano. E vi auguro di diventare la peggiore startup nata nel vostro territorio»
Perché la peggiore?
«Perché sono certo che in 20 anni la Puglia sarà il riferimento della Silicon Valley, e ci saranno tante aziende migliori di Gelesis».

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