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La merce in magazzino

Nella Puglia degli anni ‘60 e ‘70 aprire un’attività di commercio al dettaglio richiedeva coraggio, ma qualora fosse andata bene, avrebbe significato il cambio di ceto sociale nel giro di una sola generazione. Poi tutto è diventato più difficile fino ad oggi quando i commercianti sono davvero allo stremo. Specialmente quelli dell’abbigliamento. I fatti parlano.…
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(foto di Luca Turi)

Nella Puglia degli anni ‘60 e ‘70 aprire un’attività di commercio al dettaglio richiedeva coraggio, ma qualora fosse andata bene, avrebbe significato il cambio di ceto sociale nel giro di una sola generazione.

Poi tutto è diventato più difficile fino ad oggi quando i commercianti sono davvero allo stremo. Specialmente quelli dell’abbigliamento.

I fatti parlano. Siamo ormai a novembre e qui al Sud ci sono ancora temperature estive. Vuol dire che chi ha già pagato la merce che espone in vetrina, non sta vendendo una cippa. E non è finita. Perché tra un po’ quegli stessi operatori dovranno fare gli ordini per la prossima stagione e anche questi dovranno essere pagati in anticipo. Ovvero esposizioni e scoperti bancari da… brivido.

Se non comincia a fare veramente freddo tante nostre città presto vedranno abbassarsi decine e decine di saracinesche per cessata attività. E va bene gli ipermercati e passino le vendite in internet, ma pure i fenomeni atmosferici è troppo. E che miseria!

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