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Witkoff a Gaza, ispezione su aiuti a Rafah. Lo scrittore israeliano Grossman: «È genocidio, con il cuore spezzato»

L’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff, ha visitato oggi il centro di distribuzione degli aiuti umanitari a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, insieme all’ambasciatore USA in Israele Mike Huckabee. I due funzionari stanno ispezionando i siti gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Washington e Tel Aviv, in vista di un nuovo…
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L’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff, ha visitato oggi il centro di distribuzione degli aiuti umanitari a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, insieme all’ambasciatore USA in Israele Mike Huckabee. I due funzionari stanno ispezionando i siti gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Washington e Tel Aviv, in vista di un nuovo piano americano per la consegna di aiuti alimentari. «Vogliamo assicurarci che la popolazione venga nutrita», ha dichiarato il presidente Donald Trump, che riceverà un rapporto dettagliato da Witkoff e Huckabee nelle prossime ore.

Ma mentre Washington tenta di rafforzare la propria presenza umanitaria nella regione, le critiche aumentano. Lo scrittore israeliano David Grossman ha definito con dolore quanto sta accadendo nella Striscia «un genocidio». In un’intervista a la Repubblica, Grossman, da sempre voce critica e moderata, ha detto: «Per anni ho evitato questa parola, ma ora non posso più trattenermi. È davanti ai nostri occhi. Genocidio».

La crisi umanitaria è allo sbando

Secondo fonti ospedaliere locali, almeno 10 palestinesi sono stati uccisi oggi da attacchi israeliani, due dei quali in attesa di aiuti vicino al Corridoio di Morag. Sono almeno 111 i palestinesi, tra cui 91 persone in attesa di ricevere gli aiuti umanitari, uccisi e 820 feriti negli attacchi israeliani a Gaza nelle ultime 24 ore. Medici stranieri rientrati dalla Striscia parlano di colpi sparati su civili in coda per gli aiuti, anche a testa, torace e genitali. Il Washington Post ha pubblicato i nomi dei 18.500 bambini palestinesi uccisi da Israele nella Striscia di Gaza dall’inizio del conflitto, il 7 ottobre 2023. Ad oggi la guerra ha causato oltre 60mila morti

Hamas ha annunciato di essere disposto a riprendere i negoziati solo quando la fame a Gaza sarà finita. E cresce la pressione internazionale: Berlino ammonisce Israele, Parigi non accoglierà più persone evacuate da Gaza, e la Slovenia ha bloccato il commercio di armi con lo Stato ebraico. La fame a Gaza è ormai un’arma geopolitica. E una ferita aperta sulla coscienza del mondo.

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