Mentre il dibattito europeo sulla gestione delle migrazioni resta acceso, il Consiglio dell’Ue compie un nuovo passo approvando la propria posizione su un regolamento destinato a ridisegnare le procedure di rimpatrio. L’obiettivo dichiarato è rendere più rapide ed efficaci le operazioni relative alle persone che soggiornano irregolarmente negli Stati membri, introducendo allo stesso tempo strumenti comuni e regole uniformi per tutti i Paesi dell’Unione.
Il provvedimento, che arriva a pochi mesi dall’invito dei leader europei ad accelerare i rimpatri, prevede obblighi stringenti per coloro che ricevono un ordine di lasciare il territorio europeo. I destinatari dovranno collaborare attivamente con le autorità, rimanere reperibili, fornire documenti e dati biometrici e non ostacolare in alcun modo le procedure. In caso contrario, gli Stati membri potranno ridurre benefici e indennità, revocare permessi di lavoro o persino introdurre sanzioni penali che, secondo la posizione del Consiglio, possono includere la detenzione.
Un aspetto rilevante della normativa riguarda la definizione di “paese di rimpatrio”, che potrà essere non solo quello di origine ma anche uno Stato terzo con cui l’Ue o uno Stato membro abbia accordi specifici per accogliere la persona rimpatriata. Tali accordi dovranno rispettare gli standard internazionali in materia di diritti umani e il principio di non respingimento, stabilendo tempi, procedure e condizioni di permanenza nei centri di rimpatrio situati fuori dall’Ue. Queste strutture potranno fungere da punto di passaggio o da destinazione finale.
Il regolamento dedica un’attenzione particolare ai soggetti considerati a rischio per la sicurezza, per i quali sono previsti divieti d’ingresso più lunghi, anche a tempo indeterminato, e possibilità di detenzione estesa. Infine, con il principio del riconoscimento reciproco, una decisione di rimpatrio emessa da uno Stato membro potrà essere applicata direttamente dagli altri, scoraggiando così ogni tentativo di eludere il provvedimento semplicemente spostandosi all’interno dell’Unione.










