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Via libera al decreto Ucraina

«Credo sia un voto importante. Un sostegno alle iniziative che il governo ha annunciato in ossequio alle risoluzioni votate dal parlamento, pieno sostegno all'Ucraina in tutte le sue forme, anche con l'invio di materiale militare». Così il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha commentato il via libera al decreto Ucraina. «Penso sia uno sforzo che…
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«Credo sia un voto importante. Un sostegno alle iniziative che il governo ha annunciato in ossequio alle risoluzioni votate dal parlamento, pieno sostegno all’Ucraina in tutte le sue forme, anche con l’invio di materiale militare». Così il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha commentato il via libera al decreto Ucraina. «Penso sia uno sforzo che il nostro Paese sta realizzando insieme agli altri per sostenere le Forze armate della resistenza ucraina e speriamo di spingere Putin a riconsiderare quello che sta facendo e aprire davvero uno spazio sincero di negoziazione». Parole di soddisfazione da parte del titolare della difesa ed esponente del Pd, oltre che uomo vicino al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, su un provvedimento che nei giorni scorsi per colpa dell’alzata di scudi da parte del presidente del Movimento 5stelle, Giuseppe Conte, aveva fatto temere che si potessero aprire scenari di crisi per la maggioranza che sostiene il governo di Mario Draghi. Ieri, però, nell’aula del Senato i timori sono svaniti e seppur con qualche assenza di troppo la coalizione che sorregge l’esecutivo ha votato il decreto proposto dal Governo, attraverso lo strumento della “fiducia”, che è stato approvato con 214 voti favorevoli e solo 35 contrari.

Tra i pochi a votare contro il senatore del movimento 5stelle Vito Petrocelli, presidente della commissione esteri a Palazzo Madama. Mentre Fratelli d’Italia che alla Camera aveva votato a favore del decreto, motiva il no con Isabella Rauti, vicepresidente del gruppo: «Fratelli d’Italia non voterà la fiducia al decreto Ucraina perchè questo governo non la merita. Per noi si tratta di una scelta obbligata, frutto della coerenza che abbiamo tenuto fin dall’inizio del conflitto sul suolo ucraino. E
Se in Senato questo decreto avesse avuto un percorso regolare, attraverso un dibattito e ci fossero state aperture alle nostre richiesta di modifica avremmo votato come alla Camera a favore. Invece il voto di fiducia impedisce confronto, emendamenti e ordini del giorno».
Conte, invece, ha ribadito le ragioni dei pentastellati e soprattutto i dubbi, ma ha anche sottolineato che chi «ci considera filoputiniani gioca sporco», per poi salire al Quirinale e spiegare al Capo dello Stato le motivazioni delle proteste dei 5stelle.

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