Ucraina, Zelensky rinuncia alla Nato

Il presidente ucraino Zelensky rinuncia alla Nato: «Non possiamo entrare, dobbiamo riconoscerlo», dice in collegamento con la Joint Expeditionary Force di Londra.

Ma a Putin ancora non basta.
Il presidente russo gela il negoziato: «Kiev non è seria nel cercare una soluzione accettabile». Le sue parole affossano le Borse di tutto il mondo, ma i colloqui continuano oggi e si spera prendano un risvolto positivo.
«La conversazione con il primo ministro israeliano Bennett è stata importante – ha detto Zelensky in un video – come parte dello sforzo di negoziazione per porre fine a questa guerra con una pace giusta. La nostra delegazione lavora a questo anche negoziando con la parte russa». «Abbiamo sentito per anni parlare di porte aperte, ma abbiamo anche sentito dire che non possiamo entrarci, e dobbiamo riconoscerlo», ha detto Zelensky, intervenendo sempre in video a Londra.
«Le sanzioni che avete imposto non hanno fermato la guerra», ha poi detto Zelensky al parlamento di Ottawa rivolgendosi direttamente al premier canadese Justin Trudeau. «Noi vi chiediamo di fermare le bombe e voi esprimete la vostra profonda preoccupazione e ci chiedete di resistere ancora un po’?», ha insistito «Justin, puoi immaginare cosa significa per i tuoi bambini sentire i bombardamenti alle 4 di notte tutti i giorni? Vedere le tue città distrutte? La tua gente morire? Immagina se qualcuno occupasse Vancouver come stanno facendo con Mariupol, rimasta senza acqua, cibo, elettricità? Novantasette bambini sono stati uccisi dalle forze russe dall’inizio della guerra», ha aggiunto Zelensky parlando al parlamento canadese. «Le armi che gli alleati occidentali forniscono all’Ucraina in una settimana durano per 20 ore”, per questo siamo costretti a “riutilizzare gli equipaggiamenti sottratti ai russi», ha anche denunciato Zelensky. Quest’ultimo ha rivolto un ennesimo appello in particolare all’Europa. «Aiutandoci, aiuterete voi stessi.Sapete di quali armamenti abbiamo bisogno, lo sanno tutti».
Le forze russe hanno preso il controllo di Berdiansk, città portuale di oltre centomila abitanti sul mar d’Azov, circa 80 km a ovest di Mariupol e hanno preso in ostaggio il personale e i pazienti di un ospedale di Mariupol. All’interno dell’ospedale regionale di terapia intensiva i soldati sparerebbero, impedendo a chiunque di uscire. Alcune persone che avrebbero tentato di fuggire sarebbero state ferite. Circa 350.000 persone sono ancora intrappolate nella cittadina.

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