È stato bocciato al Senato l’emendamento della Lega sul terzo mandato per i governatori, presentato nell’ambito del disegno di legge sull’adeguamento del numero di consiglieri e assessori regionali, attualmente in esame presso la commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. Il Governo aveva lasciato libertà di coscienza sulla votazione.
Secondo quanto appreso, i voti contrari sono stati 15, quelli favorevoli 5 (tre della Lega, oltre a Autonomia e Italia Viva) e due gli astenuti (Alberto Balboni e Domenico Matera di Fratelli d’Italia).
La decisione evidenzia le divisioni interne alla maggioranza di governo, in particolare tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Le reazioni dalla Lega: «Amarezza per l’ennesima bocciatura»
Il ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli (Lega), ha espresso amarezza per la bocciatura, la quinta volta che l’emendamento viene respinto. «La nostra posizione è assolutamente evidente», ha dichiarato Calderoli, ribadendo la convinzione che il terzo mandato sia «giusto non solo a livello delle Regioni e Province a statuto speciale ma anche a quelle ordinarie».
Calderoli ha poi aggiunto di aver «apprezzato la disponibilità» di Fratelli d’Italia ad affrontare l’argomento e a cercare soluzioni, mentre ha criticato il «muro eretto da Forza Italia», pur precisando che non si tratta di una questione di politica di governo.
Anche il senatore della Lega Paolo Tosato, primo firmatario dell’emendamento, ha manifestato rammarico per la posizione di Fratelli d’Italia, nonostante le aperture delle scorse settimane, pur rispettando le loro posizioni e notando le due astensioni. In merito alle prossime elezioni in Veneto, che a questo punto vedranno preclusa la ricandidatura del presidente uscente Luca Zaia, Tosato ha auspicato «continuità e un rappresentante leghista», lasciando la decisione ai leader della maggioranza.
Le opposizioni e Forza Italia: «Maggioranza divisa»
Francesco Boccia, presidente dei senatori del Partito democratico, ha sottolineato come il voto confermi le «divisioni e i dispetti tra i partiti della destra». Secondo Boccia, «FdI e FI hanno lasciato che la Lega andasse a sbattere contro il voto contrario della maggioranza della commissione Affari costituzionali», definendo «definitivamente affossata» l’ipotesi del terzo mandato e ribadendo che le tensioni all’interno della maggioranza persistono.
Da Forza Italia, il capogruppo Maurizio Gasparri ha minimizzato l’accaduto, affermando che «ognuno ha mantenuto le sue posizioni in coerenza» e che non vede «novità» o «lettura problematica». Gasparri ha concluso spiegando che spetterà ai leader della maggioranza trovare una sintesi sulle candidature alle prossime elezioni regionali, un processo «normale e fisiologico nella coalizione».