In vista della fase due della tregua a Gaza Hamas ha parlato espressamente di aver raccolto «segnali positivi» per un progresso nei colloqui. Israele, d’altra parte, ha dichiarato invece di non esserne a conoscenza. Lo stallo tra le due parti ha fatto riaccendere l’ira degli abitanti della Striscia, sottoposti nuovamente a una sospensione, da parte israeliana, del flusso degli aiuti. «Il governo israeliano sta esacerbando la catastrofe umanitaria commettendo il crimine di guerra di punizione collettiva attraverso la fame e la privazione di beni di prima necessità per il settimo giorno consecutivo – ha affermato Hamas – anche gli ostaggi sono colpiti dallo stesso trattamento».
Il piano della Lega araba
Intanto, i Paesi dell’Oic, l’Organizzazione per la cooperazione islamica, hanno adottato il piano della Lega araba per il futuro di Gaza, che prevede quindi il via libera alla ricostruzione nella Striscia senza sfollare gli abitanti, come invece previsto nel piano proposto dal presidente statunitense, Donald Trump. Il piano, proposto in prima battuta dall’Egitto, prevede il ritiro completo di Israele dalla Striscia e dal corridoio Filadelfia, ma al momento non prevede il disarmo di Hamas. Per portarlo a termine saranno necessari, secondo le stime, 53 miliardi di dollari. Lo stesso governo egiziano sta cercando di far ottenere al piano il più ampio sostegno internazionale, con lo scopo di creare una coalizione forte che possa impedire la proposta americana di spostamento forzato della popolazione palestinese dalla Striscia. Sostegno che è arrivato da quattro Paesi europei, che hanno sottoscritto il piano in una dichiarazione congiunta. «Noi, ministri degli Esteri di Francia, Germania, Italia e Regno Unito accogliamo con favore l’iniziativa araba di un piano di ripresa e di ricostruzione per Gaza – si legge nel testo – se attuato prevederà un miglioramento rapido e sostenibile delle catastrofiche condizioni di vita dei palestinesi che vivono a Gaza».
Netanyahu ringrazia Trump
Dopo alcuni momenti di tensione tra il premier israeliano e il presidente statunitense sembra essere tornata l’armonia e il dialogo. Netanyahu ha ringraziato Trump per il supporto alla causa degli ostaggi e per il suo sostegno nella guerra contro Hamas. «Grazie per aver ancora una volta sostenuto con coraggio Israele nella nostra giusta guerra contro i mostruosi terroristi di Hamas» – ha scritto su X il premier riprendendo un post di Trump in cui accoglieva a Washington gli otto ostaggi rilasciati e in cui aveva scritto ad Hamas che se non libererà gli ostaggi a Gaza «ne pagherà le conseguenze». Nei giorni scorsi tra i due leader c’erano state scintille, a seguito degli incontri segreti tra l’inviato Usa e una delegazione di Hamas a Doha.